Ha scatenato reazioni a catena la notizia degli studenti ‘hacker’ di una scuola di Bologna, capaci di violare le password del registro informatico dei loro docenti per alzare lievemente i voti loro e dei compagni. Al di là dell’ennesimo episodio di ‘intrufolamento’ e di tentativo di forzare i voti assegnati dal consiglio di classe, con conseguente denuncia di 13 ragazzi coinvolti, si teme per la fragilità dei sistemi informatici messi su da non poche scuole per gestire elettronicamente valutazioni e registri di classe da decenni scritti su carta.
Il problema, in ogni caso, esiste. E tocca anche altre tematiche, come la lesione della privacy e la consistenza delle strutture informatiche e di connessione a disposizione delle scuole italiane.
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Secondo il capo della Procura per i minorenni dell’Emilia-Romagna, Ugo Pastore, intervistato dall’Ansa, “esiste un tema di attenzione e di sicurezza. Bisogna capire se questi sistemi sono effettivamente permeabili. Se lo sono, occorre allora che le scuole facciano dei passi per rafforzare la sicurezza, magari tarando i sistemi proprio in collaborazione con la Polizia postale. Faremo accertamenti in altre scuole della regione”, ha aggiunto il procuratore romagnolo. La speranza è che non esistano altre realtà di registri on line “forzati” dagli alunni.
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