L’uso del registro elettronico continua a creare problemi in non poche scuole.
E’ di questi giorni la notizia che all’IC “Colombo” di Cagliari un insegnante di scuola primaria, RSU dei Cobas Scuola Sardegna, è stato sospeso per tre giorni dall’insegnamento per essersi rifiutato di utilizzare il registro elettronico.
Già a marzo, il maestro era stato sanzionato con un “richiamo scritto” (i Cobas fanno rilevare tra l’altro che si tratterebbe di una sanzionae del tutto illegittima in quanto non esiste il richiamo ma bensì l’ “avvertimento scritto”).
Il maestro si sarebbe rifiutato di usare il registro anche a tutela della privacy delle alunne e degli alunni. Su questo punto l’insegnante potrebbe non essere del tutto in torto in quanto a tutt’oggi non esiste ancora il pronunciamento del Garante per la Privacy espressamente previsto dalla legge.
Ma quello del registro elettronico è un problema molto complesso: le scuole, per esempio, non sempre sono adeguatamente attrezzate di rete internet e di notebook o tablet per l’inserimento dei dati, tanto che non sono rari i casi in cui i docenti devono utilizzare attrezzatura propria.
Il docente sardo sanzionato è solo l’ultimo di una serie.
In un comprensivo di Catania è ancora irrisolto un lungo contenzioso che aveva preso avvio tre anni fa e che vide coinvolti diversi insegnanti più volte sanzionati dalla dirigente scolastica.
Qualche mese fa il caso finì persino in Parlamento con una interrogazione al Ministro che però non ha mai ritenuto di impartire disposizioni chiare e univoche alle scuole che, su questo punto, stanno operando all’interno di un quadro normativo e organizzativo decisamente poco chiaro.
Intanto i Cobas Sardegna hanno inviato a tutti i dirigenti scolastici una diffida per ribadire la non obbligatorietà dell’utilizzo del registro elettronico e degli scrutini on line.
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