I docenti usano i loro strumenti per compilare il registro elettronico, strumento che non ha migliorato quasi per niente il rapporto con genitori e alunni e in molte scuole ancora viene affiancato al registro cartaceo. Inoltre, nella maggioranza dei casi, il registro elettronico è stato approvato dagli organi collegiali. Stiamo parlando della sintesi dei dati riferiti alla rilevazione proposta da La Tecnica della Scuola ai propri lettori sul registro elettronico. Complessivamente, hanno risposto al questionario quasi 1500 lettori.
Vediamo nello specifico cosa hanno risposto i docenti ai quattro quesiti.
Alunni e genitori sempre più lontani dai docenti
Per quanto riguarda il primo quesito, il risultato è piuttosto netto e incontrovertibile: per l’81,5% dei docenti il registro elettronico non ha portato alcun miglioramento nel rapporto con alunni e genitori, contro un modesto 18,5%. Questo dato, purtroppo, rileva come lo strumento che avrebbe dovuto avvicinare la scuola e le famiglie in realtà non ha funzionato per niente. Probabilmente, fra le varie motivazioni, si possono collegare le altre problematiche presenti nel questionario, ma bisogna riflettere sul fatto che per i docenti lo strumento al momento è insoddisfacente da questo punto di vista.
Doppio lavoro per i docenti: compilazione cartacea e digitale. Ma non per molto, forse
Il secondo quesito, invece, vede un risultato chiaro ma più equilibrato: il 54,1% dei docenti che hanno risposto al questionario dicono di non utilizzare più il registro cartaceo dopo la diffusione nella propria scuola del digitale. Risultato sicuramente chiaro, ma non netto, dato che invece, per il 45,9% degli insegnanti intervenuti, all’adozione del registro elettronico è stato mantenuta la vecchia copia cartacea, portando ad un “seccante” doppio lavoro, ritenuto inutile.
Tuttavia, fa ben sperare tale percentuale perché è probabile (ci auguriamo) che lentamente il registro cartaceo verrà sempre più abbandonato in favore di quello elettronico, sempre che vengano risolti i problemi portati anche da questa rilevazione.
Gli organi collegiali approvano il registro elettronico
Altro dato netto è quello relativo al terzo quesito, ovvero nel 66,8% dei casi l’adozione del registro elettronico è avvenuta in seguito all’approvazione da parte degli organi collegiali, contro il 33,2% che invece ha adottato il registro elettronico senza approvazione di alcun organo.
Tale risultato dimostra come la prassi comune sia quella di approvare con il consenso “democratico” degli organi collegiali, uno strumento che, ricordiamo, non è obbligatorio.
La compilazione con il tablet o lo smartphone dei docenti
L’aspetto maggiormente critico emerso dal questionario è però quello relativo all’uso dei dispositivi dei docenti per compilare il registro elettronico. Infatti, il 79,2% degli insegnanti che hanno risposto al questionario riferisce di utilizzare il proprio smartphone o tablet per compilare il registro elettronico, contro il 20,8% che invece lavora secondo la normativa. Infatti, ricordiamo che nessun insegnante può essere obbligato a utilizzare i propri strumenti per la compilazione degli atti della scuola, come il registro elettronico. Infatti, nel caso di adozione dello strumento, la scuola si impegna a garantire la strumentazione idonea per il personale, quindi predisporre l’acquisto di tablet, pc e connessione a internet, in modo da consentire a tutti, in tempo reale, l’utilizzo dello strumento e senza dover chiedere al personale stesso l’uso dei propri dispositivi.
I risultati di questo questionario sono in linea con le varie segnalazioni ricevute negli ultimi anni e con i commenti apparsi sulla nostra pagina Facebook. A tal proposito, abbiamo già riportato alcuni pareri qualche giorno fa, dove si evidenziavano, effettivamente, i problemi legati alle connessioni internet lente nelle scuole, oltre a strumentazioni in molti casi obsolete e malfunzionanti: “Computer obsoleti, internet lento. E’ solo una presa in giro”, “Connessione lenta, pertanto spesso e volentieri non si riesce ad ottemperare a tutti gli obblighi previsti in tempo reale. Ciò, diminuisce di molto il tempo a disposizione del docente per la propria personale lezione”, “Non abbiamo pc per noi. Dobbiamo usare quello personale. Se si guasta sono problemi nostri e noi precari non abbiamo neanche il contributo dei 500 euro. Meglio il cartaceo”.
Di conseguenza, capita frequentemente, che i docenti debbano utilizzare i propri strumenti e le proprie connessioni per aggiornare in tempo reale i voti o le assenze, o per parlare con i genitori in merito al rendimento dei propri figli: “Quando hai i colloqui, difficilmente hai un pc a disposizione. Quindi o ti porti un tablet personale o devi aver preparato prima delle stampe del registro”.
Tirando le somme di questi dati, possiamo dire che il registro elettronico al momento non è riuscito ad adempiere le funzioni per cui era stato concepito per le scuole.
Inoltre la normativa di riferimento poco chiara e incompiuta, lascia spesso fin troppo arbitrio ai singoli istituti, generando scontri fra il personale e la dirigenza, oltre che, come nel caso del registro sia elettronico sia cartaceo, un lavoro doppio per gli insegnanti che non solo ruba tempo alla didattica, ma costringe anche a rimetterci a livello personale, non potendo fare sempre affidamento sulle strumentazioni e sulle connessioni internet della scuola.