La Gilda degli Insegnanti evidenzia che “l’introduzione del registro elettronico non porterà all’eliminazione del cartaceo perchè, secondo le norme vigenti, i registri tradizionali rappresentano atti pubblici che hanno valore giuridico. Così, non solo si fallirà l’obiettivo di dematerializzare le pagelle previsto dalla spending review, ma si costringerà anche i docenti a una estenuante giustificazione delle valutazioni espresse nei confronti degli alunni”.
La Gilda, inoltre, critica il ritardo con cui procede l’iter burocratico. “L’attuazione del provvedimento – afferma il sindacato – doveva essere regolata da un Piano per la dematerializzazione la cui emanazione era prevista entro 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto. Eppure, dopo oltre due mesi, non c’è alcuna traccia di questo Piano”
Alla luce delle difficoltà e dei costi che graverebbero sulle scuole a cominciare già dal prossimo anno scolastico, la Gilda chiede un incontro a Profumo per proporre la moratoria di un anno, così da predisporre gli strumenti per la partenza del Piano, formare i docenti e il personale della scuola e reperire le risorse.
“Se non si lascerà il tempo necessario per organizzare al meglio l’introduzione del registro elettronico – conclude la Gilda – la digitalizzazione rischierà di rivelarsi soltanto un ulteriore aggravio per i docenti e per le scuole, senza migliorare di una virgola l’offerta formativa”.