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Registro elettronico, l’importanza della password per i nostri dati

Non porre attenzione alla password usata per il registro elettronico potrebbe portarci guai seri e la perdita dei nostri dati personali.

Viviamo sempre più connessi nel mondo di Internet, la pandemia ha accelerato il processo di digitalizzazione della nostra sfera personale e lavorativa.

Ma abbiamo acquisito le competenze di base che ci consentono di avere la consapevolezza dei rischi sulla sicurezza informatica cui andiamo incontro nel momento in cui usiamo uno strumento digitale?

Affidiamo sempre più i nostri dati personali, ma anche i nostri segreti, foto video documenti ai nostri pc o in spazi sul cloud, app e altri metodi di archiviazione.

In questo contesto è più facile capire perché sono aumentati i casi di criminalità informatica, con dei picchi fin qui mai raggiunti.

Perché non c’è cosa più facile per loro introdursi laddove c’è un pc ed un’applicazione usata da chi fino pochi mesi detestava e non usava volutamente ogni dispositivo digitale e che invece è stato costretto ad immergersi in questo nuovo oceano senza aver imparato almeno le basi del nuoto per reggersi a galla.

Ed ha dovuto fare i conti velocemente con pagamenti on line, registri elettronici, DAD, Zoom, Meet e più ne vuole ne metta.

Come quando alla prima domenica di sole tutti si riversano sulle spiagge creando ingorghi sulle strade e tornando a casa ustionati a tinte bianche rosse, in tanti rischiano di farmi male ogni giorno.

Ovvio che non è colpa di nessuno, semplicemente non c’è stato il tempo per prepararsi, chi aveva le competenze di base le ha usate, gli altri hanno dovuto inventarsi qualcosa per non affogare.

Ci vorrà del tempo ma questo tempo sta già passando e va presa la strada giusta altrimenti tra dieci anni saremo sempre qui a parlare della stessa incapacità di navigare in questo oceano digitale.

L’importanza delle password di accesso

Alcuni concetti, però vanno acquisiti subito e riguardano non tanto le funzionalità delle varie applicazioni o sistemi ma elementi base della sicurezza informatica che ci consentono di salvaguardare il più possibile la nostra privacy e i nostri segreti digitali.

Le password con cui accediamo su Teams o sul registro elettronico vanno considerate come un mazzo di chiavi, quanto più sono elaborate quanto sarà difficile riprodurle e quindi permettere di accedere all’interno del nostro mondo digitale.

Si, perché una volta dentro, il ladro informatico potrà accedere sono solo ai dati personali ma con quelli anche effettuare una serie di azioni che potrebbero aver un impatto anche economico.

Per questo i nemici più grandi dei nostri dati siamo proprio noi, con la nostra pigrizia e con la mancanza delle corrette informazioni sui pericoli che si corrono.

La creazione delle password e la loro gestione cioè il cambio periodico delle stesse deve essere la cosa più importante delle nostre attività digitali.

Come si crea una password sicura

Partiamo dal primo punto: la creazione della password. Ormai la maggior parte delle applicazioni pone dei vincoli al codice che si inserisce: numero di valori minimi, la presenza di almeno una lettera maiuscola, di un carattere speciale. Ma oltre queste richieste la tendenza naturale è quella di inserire una parola facile da ricordare, il nome del figlio della squadra di calcio che tifiamo, il nome della propria compagna. Per superficialità, o per pigrizia tendiamo a fare tutti cosi.

Basti pensare che c’è una società di sicurezza informatica che ogni anno confronta le duecento password più utilizzate al mondo con le duecento dell’anno precedente, ebbene ci sono password che sono sempre eguali a loro stesse di anno in anno.

Dallo smart tv, alle applicazioni più usate, ci sbrighiamo ad inserire il primo codice facile che sappiamo ci ricorderemo sempre.

La stessa data di nascita è una della scelte più deboli se pensiamo che la stessa è presente sulla nostra pagina dei social Network .

Per questi motivi uno sforzo maggiore nella scelta della password e la conoscenza di quali possono essere i pericoli se qualcuno decide di entrare dentro il nostro mondo, può fare la differenza nel mondo digitale.

Altra pessima abitudine da perdere è quella di usare la stessa password per tutti i dispositivi, app e siti web che usiamo.

Certo piacerebbe a tutti andare in giro con un’unica chiave invece che con un mazzo di chiavi, però ci deve essere consapevolezza dei rischi che si corrono.

Cambiare spesso password è utile?

Il secondo aspetto importate riguarda il cambio periodico della stessa password. Le normative internazionali indicano un cambio almeno ogni sei mesi. Di recente però alcuni studi americani e anche il National Institute of Standards and Technology (NIST) hanno evidenziato che non è più una buona pratica in quanto tende a far usare password più facili da craccare soprattutto se il cambio è imposto dal sistema e viene fatto in fretta pur di procedere velocemente. Se la password è stata scelta accuratamente non serve modificarla regolarmente, la modifica va fatta solo in caso di potenziale minaccia o compromissione.

La nuova prassi molto in auge da qualche tempo è l’autenticazione con la scansione dell’impronta digitale o quella a due fattori.  Con quest’ultimo sistema alle credenziali tradizionali si affianca un ulteriore fattore di autenticazione che può consistere in un PIN, un token usa e getta inviato su uno smartphone oppure, appunto, l’impronta digitale o altri sistemi biometrici.

Quindi avviso a tutti i naviganti: attenzione alla chiave dai accesso della vostra casa digitale, con un piccolo sforzo in più sarete più sicuri.

Docenti e genitori, non pensate che quello che usate sia solo un registro elettronico, potrebbe essere la via di accesso per i ladri informatici.

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Dino Galuppi

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