Attualità

Registro elettronico: non c’è obbligo, lo dice anche il Tribunale

Continua con altre due sentenze favorevoli ai docenti la vicenda del registro elettronico all’Istituto Quirino Maiorana di Catania.
La storia risale al 2017  quando diversi insegnanti erano stati pesantemente e ripetutamente sanzionati dalla dirigente scolastica per essersi rifiutati di utilizzare il registro elettronico.

In una nuova sentenza del 2 dicembre scorso il Giudice del Lavoro di Catania ha ribadito quando già rilevato in precedenza e cioè che le attuali disposizioni in materia di registro elettronico contenute nel Decreto Legge 95/2012 devono intendersi meramente programmatiche in quanto il Piano di dematerializzazione previsto dalla norma non è ancora stato adottato dal Governo.

Il Giudice ha anche evidenziato un aspetto importantissimo rilevando che “il registro deve essere compilato in classe al verificarsi o al concludersi degli eventi e degli esiti ivi registrati, con la conseguenza che intanto la redazione telematica dello stesso può essere considerata esigibile ed obbligatoria in quanto l’istituto scolastico sia dotato di rete e collegamenti adeguati oltre che di hardware che pongano il docente in condizione di operare in tempo reale”.
Per la verità la scuola non ha mai potuto dimostrare di aver posto i docenti nella condizione di poter assolvere questo obbligo, mentre a suo tempo la dirigente aveva semplicemente evidenziato nelle sue circolari che i docenti avrebbero potuto benissimo attrezzarsi acquistando un tablet con i soldi della “carta del docente”.

Per la verità la questione non è del tutto conclusa perché non tutti i ricorsi presentati sono stati esaminati e decisi, ma ormai la strada è segnata ed è davvero molto improbabile che le prossime sentenze si discostino da quelle già emesse.

A questo punto appare chiaro che non esiste alcun obbligo da parte dei docenti di utilizzare il registro elettronico anche se gli organi collegiali dell’istituto hanno deliberato in tal senso.
Il Giudice di Catania, infatti, ha evidenziato che non essendoci un obbligo di legge e in mancanza del piano di dematerializzazione che il Governo avrebbe dovuto adottare già da anni, qualunque decisione successiva risulta del tutto ininfluente.

Nel frattempo Elvira Corrao, dirigente scolastica all’epoca dei fatti, ha lasciato l’Istituto Maiorana che è ora retto da una nuova dirigente che è riuscita a ripristinare all’interno della scuola quel clima di fiducia e collaborazione che il contenzioso sul registro elettronico aveva fatto venir meno.
Ma c’è anche chi fa osservare che tutto questo sta costando non poco all’Amministrazione scolastica: si parla di circa 50mila euro che lo Stato deve sborsare per pagare le spese processuali.
E ci si chiede: “Ma è giusto che questa spesa debba essere sostenuta dallo Stato, e cioè dai cittadini, e non da chi ha determinato il danno, con un comportamento un po’ incauto?”

Reginaldo Palermo

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