Attualità

Regno Unito, al via il delivery dei pasti scolastici con droni: freschezza e limitate emissioni

Le aree più remote del paese, spesso corrispondenti a lingue di terra calcaree inserite nell’Oceano Atlantico o a isole di natura nordica, vivono da sempre il problema degli approvvigionamenti alimentari e di risorse generali per via della posizione geografica sfavorevole. Limitate terre coltivabili, pochi porti attrezzati e strade spesso non asfaltate creano problemi di conferimento, aumentando proporzionalmente i costi e le emissioni, specie in un’epoca in cui il clima e l’ambiente soffrono cambiamenti epocali. Le scuole locali si sono attrezzate con mense e punti ristoro dal costo mostruoso per l’importazione ed il trattamento di materie prime alimentari legato ai trasporti ed alla distribuzione delle scuole e degli istituti di formazione. È possibile adoperarsi, a questo punto, con l’utilizzo delle già note tecnologie già in uso in una società – e in una scuola – sempre più digitale ed altamente interconnessa: i droni sono già utilizzati per ricognizione, tracciamento, telerilevamento e piccoli trasporti. Le tecnologie stanno aumentando le capacità di carico di tali apparecchi, in grado ora di trasportare, per gli esemplari più comuni, sino ad un centinaio di chilogrammi, in questo caso pari circa a duecento pasti. Diamo un’occhiata ai progetti in corso per un nuovo delivery scolastico nel Regno Unito.

Il caso scozzese: prove di invio dei pasti in corso

Gli alunni di alcune delle scuole più remote della Scozia potrebbero farsi consegnare il pranzo con un drone, se un nuovo test si rivelerà soddisfacente in termini di sicurezza. In quella che è considerata la prima mossa del genere nel Regno Unito, Argyll and Bute, isole remote nel mar di Scozia, stanno collaborando con gli specialisti di droni Skyports per provare l’uso di veicoli aerei senza pilota (UAV) nella consegna dei pasti scolastici. Volando dall’aeroporto di Oban, la prova coinvolgerà droni che consegneranno pasti preparati nella Park Primary School della città presso la Lochnell Primary, anch’essa a Oban e a solo 1,5 km di distanza dalla pista. Con Argyll and Bute – che è la seconda area di autorità locale più grande della Scozia – con 23 isole abitate, il leader del consiglio Robin Currie ha affermato che l’uso dei droni potrebbe offrire opportunità “piuttosto sbalorditive” per migliorare i servizi già offerti con costi elevati. Ha affermato inoltre: “Ci impegniamo a collegare le comunità remote e insulari ai servizi vitali della terraferma. Le possibilità di utilizzare gli UAV per migliorare i servizi alle nostre comunità sono piuttosto sconcertanti. Argyll and Bute costituiscono il luogo perfetto per testare l’efficienza della tecnologia dei droni”. 

Soluzione applicabile per il Belpaese? Una semplice – e consueta – questione politica

Numerosi sono gli istituti, nella penisola italiana, localizzati in aree remote e complesse da raggiungere, specie in regioni alpine, appenniniche o interne delle due isole maggiori. I servizi di somministrazione dei pasti in sede sono sempre minori per via dei costi esorbitanti di trasferimento delle risorse, del mantenimento del servizio, degli indici di convenienza dell’espletazione di quest’ultimo in sede a gare d’appalto e del pagamento di dipendenti che provengono da aree limitrofe. Ciò porta a far calare i servizi essenziali offerti dalle scuole, tra cui i pasti, come elemento di convivialità, riunione ed educazione. Si potrebbe agire con una distribuzione controllata dei pasti attraverso droni, sia per limitare tali costi, sia per abbattere decisamente l’impronta ecologica dovuta al trasporto. Come sempre, nella buona o nella cattiva sorte, le decisioni relative alla fruizione delle apparecchiature tecnologiche sono in mano agli Enti Locali, spesso poco avvezzi all’utilizzo, nonostante l’innovazione galoppante. 

Andrea Maggi

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