Nel Regno Unito la mobilità sociale sembra una dinamica sempre meno frequente: da uno studio sulle disuguaglianze sociali incentrato sulla professione ricoperta e il reddito percepito, commissionato dal Governo, è emerso che sganciarsi oggi dalla condizione di povertà è più difficile che 60 anni fa. Malgrado i miliardi di sterline spesi per diminuire le disuguaglianze nell’ultimo decennio dai Governi laburisti che si sono susseguiti, il divario tra ricchi e poveri ha superato i livelli della Seconda Guerra Mondiale
Le differenze di classe che iniziano a farsi sentire già all’età di tre anni: una differenza di reddito familiare di 100 sterline viene paragonata a un mese di sviluppo cognitivo. Poi, con la scuola e l’Università si amplificano: nei primi quattro anni dopo la laurea i giovani che hanno frequentato le scuole private hanno un reddito superiore in media dell’8%.
I problemi legati alle discriminazioni sessuali e razziali sembrerebbero tutt’altro che superati: nonostante le ragazze siano più brillanti a scuola dei maschi, i loro stipendi sono inferiori in media del 21% a quelli dei colleghi.
Le uniche a potersi aspettare dei miglioramenti salariali con la carriera sono le professioniste molto qualificate che lavorano nel settore pubblico. E andando avanti nel corso della vita le cose non cambiano. Anche in questo caso i numeri parlano chiaro: mediamente, una famiglia del Regno Unito su dieci possiede un patrimonio (pensione inclusa) inferiore alle 28mila sterline; per il 10% più benestante la stima è di 1,3 milioni di sterline.
Lo studio, quindi, sembra contenere una morale non indifferente: famiglia e scuola, si sa, sono una sorta di palestra che avvia alla vita; quindi è bene che trattino i loro “utenti” senza mai illuderli. “Magra consolazione”, direbbe più di qualcuno.