L’anno scolastico nel Regno unito ha inizio con il ridimensionamento di obblighi e delle consuete norme atte a prevenire il contagio, relative al mantenimento del distanziamento sociale ed all’utilizzo delle mascherine a protezione delle vie aeree, non più obbligatorio.
L’introduzione dei test rapidi salivari due volte a settimana per studenti, insegnanti e personale scolastico dovrebbe offrire una copertura ed impedire il collasso del tracciamento dei casi positivi. Nel mentre è in sensibile crescita il tasso dei contagi nel paese e conseguentemente delle quarantene preventive. Ad ogni plesso scolastico ed universitario è lasciata libertà di azione circa le misure anti-COVID da adottare.
Oltre 180.000 gli studenti già in isolamento per positività riscontrata all’infezione da Sars – CoV – 2 o per presunti contatti stretti avvenuti con soggetti positivi al virus al 30 settembre. Numerosi plessi scolastici ed universitari restano chiusi, con i rispettivi studenti ed insegnanti che s’incontrano in DAD per rendere continua l’erogazione delle lezioni. Gli studenti, data l’abolizione dell’obbligatorietà di mascherine e distanziamento, possono tornare ad abbracciarsi, praticare discipline sportive, recarsi a teatro e partecipare ai laboratori proposti dagli istituti esattamente come due anni scolastici fa, prima dell’era pandemica.
Preoccupa, in tal caso, la salita sensibile dei contagi nelle scuole, dove si corre ai ripari, con disposizioni proprie di ogni istituto, plesso o dipartimento. L’isolamento fiduciario per i positivi e la quarantena preventiva per i compagni di classe ed insegnanti restano obbligatori, così come l’effettuazione di due test salivari antigienici due volte a settimana, volti al rientro in classe in sicurezza.
L’esecutivo anglosassone è l’unico, con il benestare del Ministero della Salute e del Dipartimento per l’Istruzione, ad aver promosso un graduale allentamento delle consuete disposizioni anticontagio, favorendo il progressivo abbandono della mascherina in classe per studenti, personale scolastico e corpo docenti, dove resta però di facoltativo utilizzo. Il ripristino del modello pre-pandemico vede una propria applicazione per singolo istituto: esistono plessi in cui la mascherina resta obbligatoria durante l’ora di pranzo, altri in cui è fondamentale per svolgere attività sportive al chiuso o dove è previsto il contatto tra gli studenti.
Sono stati di recente aboliti gli ingressi scaglionati per gli studenti, misura che potrebbe comportare un ritorno degli assembramenti davanti ai cancelli d’ingresso dei maggiori istituti. È obbligatoria, per il rientro in classe in sicurezza, l’esecuzione di test salivari per studenti, insegnanti e personale scolastico. Molte le assenze di studenti ed insegnanti causate dalla positività al Sars – CoV – 2 o dal contatto stretto avvenuto con un soggetto positivo; sono numerose le famiglie che iniziano a dubitare, per via dei dati poco incoraggianti, della strategia “liberi tutti” adottata dall’esecutivo in carica, che resta fedele alla sua linea d’azione.
Nonostante la percentuale di popolazione sopra i 12 anni di età completamente vaccinata con doppia dose, corrispondente ad oggi al 67,2%, i casi di positività restano particolarmente frequenti, specialmente all’interno di scuole ed università. Con una media di 25 – 30 mila casi giornalieri, il Regno Unito è regredito ad un tasso di contagi / 100.000 abitanti paragonabile a quello registrato nelle fasi più critiche della pandemia da COVID – 19.
Risulta evidente che, nonostante gli sforzi dei Dipartimenti della Salute per vaccinare più cittadini possibili, la campagna vaccinale da sola non basta per uscire dall’attuale pandemia in corso; occorrono misure di contenimento, tra cui il distanziamento interpersonale di almeno due metri e l’utilizzo della mascherina negli spazi chiusi. Quest’obbligo non è previsto nell’attuale linea esecutiva del governo anglosassone, il quale fa fede alla strategia “liberi tutti”, finalizzata al ritorno di uno stile di vita pre-pandemico.
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