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Regno Unito, preoccupa la risalita dei casi di COVID-19 e di influenza severa

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L’avvio delle attività didattiche a settembre di ogni anno già a partire dall’evo post-pandemico è caratterizzato da una cura particolare nei confronti delle misure sanitarie da adottare all’interno delle aree comuni e pertinenze degli istituti scolastici. La ripresa delle influenze stagionali, caratterizzate da gravità, impatto e strategie di contenimento differenti, preoccupa enormemente le autorità sanitarie circa la gestione pubblica dei casi proto-pandemici che caratterizzano il periodo invernale. L’OMS raccomandò già nel 2023, al concludersi dello status di pandemia associato al Sars-CoV-2, di prestare molta attenzione nei confronti delle prossime ondate di influenze successive con il fine di adottare strumenti e soluzioni per ovviare chiusure, isolamento di giovani e passaggio delle attività didattiche in DAD, con le note conseguenze espresse circa il calo sensibile del rendimento scolastico e la sensazione di isolamento provata dai fruitori della stessa. Il Regno Unito, primo paese europeo che adottò già a luglio 2021 a rimuovere le restrizioni e solo a ripristinare l’utilizzo della mascherina e del distanziamento interpersonale durante la complessa fase invernale che vi susseguì, sta ora vivendo nelle aree urbane prossime alla capitale un incremento sensibile di casi da COVID-19, per il quale si è resa necessaria la temporanea chiusura di istituti per i quali si registra la presenza di un focolaio.

Le recenti disposizioni adottate in classe per prevenire ondate

Nell’area prossimale alla capitale, come Greenwich, l’aumento di casi da COVID (oltre 67.000 nell’ultima settimana) ha portato alla nascita di un dibattito tra autorità sanitarie, fedeli ad un protocollo esecutivo legato alla presenza di soglie e relative chiusure o sospensione delle attività in caso di aumento sensibile dei casi, e singoli istituti, in seria difficoltà circa l’organizzazione delle attività didattiche per i soggetti affetti da COVID-19 (siano questi docenti o studenti) e nella programmazione di laboratori e simili. Il Ministero dell’Istruzione e della Sanità britannico hanno avallato assieme una disposizione la quale garantisce, entro certi limiti legati al computo complessivo dei contagi su scala nazionale e disposizioni OMS, un livello moderato di autonomia dei singoli plessi scolastici. Questi, nella fattispecie, possono agire come meglio credono circa l’utilizzo delle mascherine, il mantenimento del distanziamento interpersonale e l’adozione di tecnologie di supporto come deumidificatori d’aria, ozonizzazione e via discorrendo. Circa il 25 % degli istituti siti nell’area metropolitana di Londra ha ridotto l’offerta didattica – consistente di laboratori, attività sportive – provvedendo al passaggio in DAD per le classi ove oltre il 40 % degli studenti sono in isolamento se non alla chiusura dei plessi in casi eccezionale ove anche i docenti sono interessati da tali limitazioni. 

E in Italia?

L’aumento dei casi di influenza stagionale preoccupa la popolazione la quale, sulla linea dei precedenti inverni, si riversa nelle farmacie per sottoporsi ai test per diagnosticare la presenza di Sars-CoV-2 e prendere i relativi provvedimenti. Il Ministero della Salute, oltre a rendere noti i casi ancora su base settimanale, raccomanda la vaccinazione per i soggetti fragili come anziani ed imunodepressi. Per gli istituti scolastici le linee guida anticontagio sono applicabili oramai su base volontaria – mascherine e distanziamento nella fattispecie – ma sempre più studenti temono di ritornare in DAD. Come ampiamente descritto in un apposito articolo de La Tecnica, gli studenti del Belpaese tutto denunciano le reali difficoltà derivanti dall’isolamento sanitario fiduciario: il contatto con i docenti, anche per via della limitata alfabetizzazione tecnologica che interessa il Paese, e con i coetanei risulta difficoltoso se non spesso causa di un calo sensibile del rendimento scolastico come confermato non solo a livello prettamente nazionale dalle prove INVALSI somministrate il biennio corrente, ma anche a livello europeo con i dati PIRLS, validi anche per le competenze di base quali lettura, scrittura e comprensione del testo.