Le assenze degli studenti preoccupano presidi, docenti, istituzioni del Regno unito, specie dopo l’avvenire pandemico che ha provocato un sensibile aumento dei fenomeni di ansia, depressione e psicopatie minori di cui, secondo statistiche ufficiali del Ministero della Salute Britannico, oltre uno studente su cinque soffre. Il livello di assenza degli studenti ha raggiunto impressionanti cifre presso le nazioni di Scozia ed Irlanda del Nord, ove la maggior parte della popolazione è suddivisa e dispersa tra realtà rurali e strettamente urbane. Le chiusure di alcuni istituti scolastici per via dell’assenza di fondi strutturali ed efficaci che attanaglia il settore della formazione scolastica pubblica di fatto hanno allontanato i ragazzi e le ragazze, specie coloro che provengono da aree rurali. Una serie di aspetti, legati ad una crisi sociale innescata da disoccupazione, povertà diffusa hanno contribuito ad allontanare i ragazzi dagli istituti, considerati non come un alleato ma come un limite, un pericolo. Peer molti sono l’insorgenza delle patologie stagionali e il rischio di contrarre il Sars che induce gli studenti a non recarsi a lezione, con il fine di preservarsi da eventuali infezioni, sostengono i dati ufficiali.
Le assenze di dicembre tra le più consistenti: le preoccupazioni delle istituzioni
I tassi di assenza nelle scuole in Inghilterra sono aumentati notevolmente all’inizio di dicembre poiché numerosi discenti hanno saltato le lezioni per via dell’insorgere dell’influenza stagionali. La percentuale degli studenti assenti per malattia è salita al 7,5% nella settimana con inizio il 5 dicembre scorso, rispetto al 6,1% della settimana precedente e al 2,6% all’inizio del trimestre in oggetto. I tassi di assenza complessivi fino a quella settimana hanno superato l’intero semestre autunnale del 2021, quando la variante Omicron del Sar-CoV-2 stava prendendo piede. L’aumento delle assenze è stato determinato dalle influenze stagionali in primis, ha affermato il Dipartimento dell’Istruzione, ed è “in linea con i recenti aumenti dei tassi di influenza stagionale e altre malattie respiratorie stagionali”. Il tasso di assenza per influenza stagionale per l’intero semestre autunnale fino alla settimana che inizia il 5 dicembre è stato del 4,3%. Questo è leggermente inferiore al 4,4% registrato durante il semestre autunnale del 2021, anche se si prevede che suddetta cifra aumenterà per l’ultima settimana del semestre. Tuttavia, il tasso di assenza complessivo registrato per il semestre autunnale 2022 fino alla settimana che inizia il 5 dicembre è stato del 7,3%, superiore al 6,9% registrato durante l’intero semestre autunnale nel 2021. Ciò è in parte dovuto al fatto che tutti i tipi di assenza non prevenuta hanno incrementato sensibilmente il dato: numerosi studenti volevano preservarsi ed hanno deciso, assieme alle famiglie, di evitare gli ambienti scolastici. I casi di influenza sono in aumento nelle ultime settimane, secondo la UK Health Security Agency (UKHSA), mentre l’aumento dei casi di Covid è stato “modesto”. L’influenza si è diffusa prevalentemente tra i soggetti di età compresa tra i 5 e i 14 anni, ha affermato l’UKHSA nel suo rapporto più recente.
Ed in Italia? Quale il limite di assenze a norma di legge?
Come si legge presso la pagina dedicata del MIUR, il limite delle assenze e della frequenza scolastica è fissato a norma di legge per singolo ciclo e grado. Ai fini della validità dell’anno scolastico in corso nella scuola secondaria di I grado risulta necessario seguire almeno il 75 % delle lezioni, come specificato presso la normativa attinente all’articolo 11, comma 1, del Decreto legislativo n. 59 del 2004. In ogni caso il consiglio di classe ha comunque il diritto di intervenire in casi eccezionali. Non ci sono particolari differenze con il II grado in merito alla frequentazione secondo l’orario personalizzato con apposite deroghe da parte del consiglio di classe. Il non adempimento alla norma, come d’obbligo, comporta la non ammissione all’anno scolastico successivo o all’esame finale del ciclo di studi. Le stime attuali fanno riferimento ad un innalzamento della media dei casi d’influenza: da una media decennale dell’8 % si passa al 9,7 % dell’attuale anno, la quale causerà assenze anche successive alle ferie natalizie.