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Regolamenti riforma: termini scaduti ?

La vicenda dei Regolamenti di attuazione previsti dall’articolo 64 della legge 133/08 presenta aspetti poco chiari se non altro perché, a tutt’oggi, di nessuno di essi si conosce il testo ufficiale definitivo.
Neppure i due decreti approvati in seconda lettura dal Governo fin dallo scorso mese di febbraio (I ciclo di istruzione e dimensionamento) sono noti nella loro versione finale; più di un mese fa il ministro Gelmini ne aveva annunciato l’imminente pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, ma ad oggi i due provvedimenti non sono ancora noti.
Ed è cosi che già da diversi giorni il fronte anti-Gelmini ha deciso di dare avvio ad una dura campagna mirata a dimostrare che – a questo punto – i regolamenti non sono più adottabili, in quanto avrebbero dovuto essere approvati entro un anno dal decreto legge originario (il n. 112 del 25 giugno 2008).
L’ipotesi è adombrata anche in una interrogazione urgente proposta da diversi parlamentari del PD alla quale il Ministro dovrà rispondere ufficialmente nei prossimi giorni.
In realtà, sotto il profilo strettamente giuridico, la questione non è affatto semplice in quanto i Regolamenti previsti dall’articolo 64 della legge 133/08 potrebbero non essere perfettamente equiparabili a decreti legislativi emanati per disposizione di una legge-delega.
Per chiarire: i decreti emanati ai tempi del ministro Moratti discendevano dalla legge-delega n. 53/2003; e, secondo quanto prevede la Costituzione, la delega conferita al Governo ha tempi precisi e definiti e nel caso in cui i tempi non vengano rispettati, il Governo non ha più titolo per emanare i decreti.
Ma qui si tratta di Regolamenti e non di decreti delegati ed è proprio su questa sottile differenza giuridica che sembra voler giocare il Governo.
Secondo i tecnici di viale Trastevere, infatti, il termine di un anno previsto dall’art. 64 sarebbe ordinatorio e non perentorio; senza contare il fatto che, comunque, i Regolamenti previsti sono stati adottati dal Governo, anche se non tutti in via definitiva, entro il 25 giugno.
Resta il fatto che, al di là della questione giuridica, il problema politico resta: nel settembre scorso il Ministro aveva annunciato che tutti i provvedimenti sarebbero stati adottati in tempo utile per poter essere applicati già dal 2009/2010.
E invece questo obiettivo potrebbe non essere raggiunto.
Lo stesso accordo Stato-Regioni in materia di dimensionamento previsto per la metà di giugno non è ancora stato perfezionato, forse anche perché si attende la pronuncia della Corte Costituzionale su una serie di ricorsi presentati da diverse Regioni.
E’ molto probabile, insomma, che a settembre 2009 l’incertezza regni ancora sovrana nella scuola. L’unica cosa certa sarà la diminuzione delle risorse finanziarie e umane con cui le Istituzioni scolastiche dovranno fare i conti per tentare di sopravvivere.

Reginaldo Palermo

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