Regolamento Ata: ok di Liguria ed Emilia-Romagna, no dell’Anci
Procede, un po’ in sordina ma speditamente, la procedura per l’approvazione definitiva del Regolamento sulla determinazione degli organici del personale amministrativo tecnico ed ausiliario delle istituzioni scolastiche.
Lo schema approvato il 20 febbraio scorso dal Consiglio dei Ministri è stato esaminato l’8 aprile dalla Conferenza unificata che si è letteralmente spaccata al momento della formulazione del parere.
Scontato il voto favorevole della Lombardia e quello contrario dell’Anci (Associazione Comuni italiani), fa però notizia l’ok della Liguria e dell’Emilia Romagna (soprattutto il voto favorevole di questa regione è davvero incredibile e potrebbe aprire aprire una fase nuova nei rapporti fra Stato e Regioni e fra le stesse Regioni al loro interno)
La documentazione disponibile non consente ancora di esprimere un giudizio completo, ma certamente l’esito finale della votazione merita attenzione: si sono espresse a favore Emilia-Romagna, Lombardia, Friuli e Liguria; contro Puglia, Calabria e Campania, oltre ad Anci, Upi (Unione Province italiane) e Uncem (Unione Comunità montane).
Chi ha votato contro avrebbe preferito che la votazione fosse spostata a dopo la metà di giugno, perché proprio per quella data è prevista la sottoscrizione dell’Intesa Stato-Regioni-Enti Locali in materia di dimensionamento della rete scolastica.
Particolarmente critica la posizione dell’Anci e dell’Upi che, nel documento consegnato alla Conferenza, affermano di essere “disponibili ad affrontare una giusta opera di razionalizzazione della spesa” ma che “la considerevole riduzione di personale ATA prevista dal Regolamento suscita grande preoccupazione tra gli enti locali che prevedono una riduzione dell’efficacia dei servizi di vigilanza e sicurezza degli alunni, pulizia dei locali (dove questa non viene appaltata all’esterno) e apertura -chiusura degli edifici scolastici” .
Il Regolamento prevede in effetti una riduzione soprattutto dei collaboratori scolastici (20-25% in meno in tre anni, il 10% già a partire da settembre).
Nei circoli didattici il taglio potrebbe comportare conseguenze pesanti con reali difficoltà di mantenere aperte le scuole più piccole.
Su Regolamento si attende comunque anche il parere del Consiglio di Stato.
Poi il Governo potrà licenziare il provvedimento nella sua versione definitiva.