Regolamento contabilità delle scuole: risale ormai alla preistoria

Il contenzioso fra Ministero e sindacati si sta arricchendo di un nuovo capitolo.
In queste ore, infatti, Flc-Cgil, Cisl-Scuola, Uil-Scuola e Snals ha chiesto al Ministero un incontro per affrontare le molteplici sofferenze contabili che gravano costantemente sulle scuole.

L’elenco è lungo: si va dalla assegnazione del fondo di istituto di quest’anno fino all’accreditamento dei risparmi relativi al fondo 2015/2016. Senza trascurare il fatto che a tutt’oggi nulla si sa delle risorse disponibili per il contestato “bonus premiale” 2016/17.
Fra le sofferenze non viene citato il vecchi problema dei residui attivi che le scuole vantano da una decina di anni nei confronti del Ministero: ormai si è perso il conto di quanto sia l’ammontare del credito, fino a due-tre anni fa si parlava di un miliardo di euro e c’è da credere che la somma non sia diminuita in modo significativo.
E il fatto che i sindacati non ne parlino più da qualche tempo sta forse a significare che sulla questione si sia di fatto deciso di mettere una pietra tombale e di lasciare che le scuole si arrabattino come meglio possono per recuperare per altre strade i soldi di cui sono creditrici nei confronti dello Stato.
Si parla invece nuovamente della possibile revisione del regolamento di contabilità contenuto nel decreto interministeriale n. 44 del 2001.
E’ da almeno dieci anni che il Ministero ha dichiarato l’intenzione di apportare modifiche al regolamento, sono state istituite commissioni di lavoro e tavoli tecnici ma siamo ancora fermi.
Sotto certi aspetti la questione è quasi ridicola e paradossale: basti pensare che un paio di articoli del decreto riguardano anche la gestione dei siti internet delle scuole e prevedono regole che sono ormai del tutto prive di senso, tenuto conto che, in questi 16 anni, il mondo della rete si è radicalmente trasformato.
Ma, evidentemente, per Miur e MEF, queste sono banalissime quisquillie.

 

Reginaldo Palermo

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