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Regolamento sulla valutazione: la posizione di CislScuola

Cislscuola sta lamentando il fatto che sullo schema di regolamento sembrano esserci titubanze o addirittura ritardi. Questo vuol dire che secondo voi la questione è urgente ?

Francesco Scrima
Costruire un sistema di valutazione nazionale: é una delle priorità indicate già nel 2007 dal Quaderno Bianco del governo Prodi. Un sistema – si aggiungeva – centrato sull’Invalsi, con buona pace di quanti oggi si stracciano le vesti per una presunta cessione di competenze a soggetti esterni. Da allora sono passati cinque anni e tre governi, ma il sistema di valutazione ancora attende di esistere. Nel frattempo, di valutazione si é spesso parlato in modo sbagliato, agitandola come spauracchio o legandola ad una malintesa meritocrazia di facciata, lontana da ció che serve alla scuola per crescere e migliorarsi. Lo schema di regolamento che ci hanno presentato, pur perfettibile, segna un deciso cambio di passo e rappresenta dunque un’occasione da non perdere. Si apra la discussione, certamente utile ed essenziale; mettersi di traverso non ha alcun senso.

C’è chi sostiene che valutare le scuole dopo la cura da cavallo alla quale sono state sottoposte in questi anni è operazione iniqua. Cosa ne pensate ?

Francesco Scrima
E perché mai? Chi lo pensa assume la valutazione come elemento punitivo e vessatorio, e non é certo questa l’accezione che vogliamo dare a uno strumento essenziale di conoscenza e di miglioramento della qualità del lavoro. Mettere la scuola italiana al passo con quella di altri Paesi è una necessità che si avverte di più proprio per le disattenzioni patite negli anni delle “cure da cavallo”.
Certo, sarebbe bene che anche altre lacune fossero colmate, in fatto di attenzione e capacità di investire in formazione e istruzione. O nel dare la giusta considerazione al lavoro che viene fatto a scuola. È una richiesta che assume più forza se fatta da chi accetta le sfide del cambiamento e non si limita a dire di no a tutto, per partito preso.

Perché i sindacati della scuola intervengono sempre più spesso su materie (ad esempio la valutazione o le indicazioni nazionali) squisitamente culturali e pedagogiche che dovrebbero essere invece terreno di confronto fra le associazioni professionali ?

Francesco Scrima
Mostrare attenzione e interesse per quegli aspetti non significa invadere il campo di competenze altrui, ma piuttosto dare all’azione sindacale un orizzonte di riferimento più vasto e un senso più pieno, come é nella migliore tradizione del sindacalismo confederale. La nostra natura confederale ci porta ad avere forte attenzione alla qualità del servizio reso all’utenza, oltre naturalmente a quella che dobbiamo porre nel rappresentare e tutelare gli interessi dei lavoratori. Del resto sono soprattutto figli di lavoratori gli utenti della scuola pubblica, anche per questo ci interessa che il servizio erogato sia di alta qualità. Non abbiamo la presunzione di essere tuttologi, ma nessuno ci può chiedere di tenerci in disparte su temi essenziali, di cui nessuno può rivendicare l’esclusiva. Detto questo, è chiaro che guardiamo con grande attenzione e rispetto all’associazionismo professionale; ci auguriamo sappia dare anche sui temi della valutazione un apporto di qualità, concorrendo fra l’altro a rimuovere i troppi elementi di diffidenza e di pregiudizio che da anni segnano la discussione su questi argomenti.

Reginaldo Palermo

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