Una rapida approvazione del Regolamento sul sistema di valutazione è assolutamente necessaria: eventuali ritardi potrebbero mettere in forse la possibilità, per l’Italia, di accedere ai finanziamenti previsti dai fondi strutturali europei per il prossimo settennio.
E’ quanto emerso durante seduta del 29 gennaio della Commissione Cultura del Senato che ha avviato l’esame dello schema di regolamento.
Nella sua relazione introduttiva il senatore del PdL Franco Asciutti ha illustrato le caratteristiche essenziali del provvedimento soffermandosi anche sulle risposte che il Ministero dell’Istruzione ha fornite alle obiezioni del Cnpi e del Consiglio di Stato.
Ma l’aspetto più interessante, che finora era rimasto piuttosto in ombra,è proprio quello relativo ai fondi strutturali.
La questione è stata sollevata non solo dal relatore Asciutti ma anche da altri senatori che sono intervenuti nel dibattito, come per esempio la senatrice Albertina Soliani.
E sarà forse questo il motivo che più di altri costringerà di fatto le Commissioni parlamentari ad esprimere in fretta il proprio parere.
Come è noto, il provvedimento prevede il coinvolgimento di tre soggetti (Invalsi, Indire e corpo ispettivo) senza trascurare il ruolo determinante delle azioni di autovalutazione messe in atto dalle singole scuole.
Non sono previsti interventi sanzionatori nei confronti delle scuole che non raggiungeranno i risultati attesi ma neppure sono indicate con chiarezza le modalità di sostegno per le scuole in situazione di difficoltà.
Lo schema di regolamento prevede invece che l’intera procedura dovrà servire anche per effettuare la valutazione dei dirigenti scolastici.
Nel corso del dibattito la senatrice Soliani (PD) ha sollevato non poche perplessità; la più pesante ha riguardato la presunta eccessiva formalità e burocraticità di tutto il meccanismo.
La Soliani, anzi, ha chiesto al Governo di “chiarire una volta per tutte quali e quanti interessi personali e particolari abbiano trovato soddisfazione nell’organizzazione proposta che, complessivamente, risulta assai inferiore rispetto alle sfide in campo”.
“Questo provvedimento – ha addirittura aggiunto la senatrice – finisce per essere una mera veste burocratica, tagliata su misura per perpetuare interessi di cui il Paese non ha alcun bisogno”.
Il prosieguo del dibattito consentirà di comprendere meglio il senso di queste accuse e, soprattutto, permetterà di capire se il provvedimento potrà davvero essere approvato entro la fine della legislatura.