Nella mattina dell’8 marzo il Regolamento sulla valutazione del sistema scolastico verrà licenziato in via definitiva dal Governo.
Fino a questo punto l’iter per arrivare al testo definitivo del Regolamento è durato 7-8 mesi; e un altro mese almeno ci vorrà perché il decreto venga pubblicato nella Gazzetta Ufficiale.
A conti fatti poco meno di un anno per approvare un provvedimento che, pur centrale per il mondo della scuola, rappresenta tutto sommato una norma di modesta portata nell’economia generale del Governo del Paese.
Soprattutto chi è contrario parla di un provvedimento approvato in fretta e furia senza che ci sia stato un dibattito adeguato.
A sentire le dichiarazioni di questi giorni in merito alla formazione del futuro Governo e alle prime mosse del nuovo Parlamento c’è da restare senza parole: a destra, a sinistra e al centro si giura che in 5-6 mesi verranno approvati alcuni “piccoli” provvedimenti come per esempio: una nuova legge elettorale, la legge sul conflitto di interesse, la riduzione del numero dei parlamentari e dei loro compensi, la riforma del finanziamento pubblico ai partiti, una norma per il reddito di cittadinanza e magari pure il passaggio dal sistema bicamerale a un sistema monocamerale.
C’è da chiedersi se chi fa di queste affermazioni sia davvero in buona fede.
A noi francamente pare proprio che la buona fede manchi un po’ dovunque, sia fra coloro che parlano di norme adottate in fretta e furia pur con un iter di quasi un anno sia fra coloro che favoleggiano di riforme complicatissime da approvarsi in 3 mesi.
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