Politica scolastica

Relazioni sindacali: la bozza di contratto mitiga ma conferma le regole di Brunetta

Il testo della proposta di contratto in materia di relazioni sindacali che l’Aran ha sottoposto ai sindacati presenti alla trattativa conferma in pieno le nostre anticipazioni che, peraltro, erano frutto di una attenta lettura del contratto degli statali già firmato poco prima di Natale e del decreto Madia n. 75/2017.

Proposta Aran delude i sindacati

La proposta dell’Aran, al momento, non sembra accogliere le aspettative dei sindacati.
L’idea di riportare nella sfera del contratto gran parte degli aspetti del rapporto di lavoro del personale della scuola esce sconfitta: ovviamente va detto che il testo attuale è solamente la proposta dell’Aran e che la trattativa non è ancora neppure partita. Certamente i sindacati porteranno al tavolo le loro richieste, ma resta il fatto che la proposta dell’Aran appare lontana, lontanissima dalla idea che i sindacati hanno delle relazioni con la parte datoriale.
Appare quindi molto difficile che si riesca ad arrivare ad una soluzione in tempi rapidi.

La nuova contrattazione di istituto

Il nocciolo della questione sta tutto nell’articolo in cui vengono definiti i diversi livelli di contrattazione.
A livello di istituzione scolastica – si legge nella bozza dell’Aran – si potrà contrattare in materia di attuazione della normativa relativa alla sicurezza nei luoghi di lavoro, criteri per la ripartizione del fondo di istituto e per l’attribuzione dei compensi accessori, criteri e modalità di applicazione dei diritti sindacali.
Nulla di più, niente di ciò che i sindacati chiedono da tempo in fatto di relazioni, dalle modalità di assegnazione del personale docente ai plessi fino ai criteri per la distribuzione del “bonus premiale”.
Anzi, alcune materie che secondo i sindacati dovrebbero essere contrattate a livello di scuola vengono derubricate a materie “oggetto di confronto”; e si tratta precisamente della assegnazione del personale docente ai plessi, l’articolazione dell’orario di lavoro e l’individuazione del personale da utilizzare nelle attività retribuite con il fondo di istituto.

Il nuovo istituto del confronto

Ma è bene ricordare che il confronto, seppure obbligatorio, non vincolerà in alcun modo il dirigente scolastico che, trascorsi 15 giorni dall’avvio della procedura, potrà assumere le proprie decisioni.
Insomma, per il momento, la speranza dei sindacati di “smontare” la legge 107 sembra destinata ad andare delusa. Vedremo cosa succederà l’11 gennaio quando le parti si incontreranno nuovamente.

Reginaldo Palermo

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