Nel corrente mese di gennaio vanno perfezionate le iscrizioni scuola per l’anno scolastico 2023/2024, come abbiamo ampiamente trattato. Entro la fine del mese, inoltre, bisogna decidere se avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica, cosa che fanno molti meno studenti. Stando ai dati diffusi dal Cei, nell’ultimo decennio il numero di chi chiede di non partecipare all’ora di religione sarebbe raddoppiato, arrivando lambire il 15% del totale degli alunni.
Nel frattempo è intervenuto lo “Sportello Scuola Laicità Pluralismo” della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), che ha predisposto un documento con le risposte alle più frequenti domande su iscrizioni e scelta di non avvalersi dell’insegnamento di religione cattolica (Irc).
“Non meno rilevante la scelta di avvalersi o non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica (Irc) – scrive lo Sportello Fcei nell’introduzione del documento -. Il crescente numero degli studenti che scelgono di non avvalersi dell’insegnamento religioso confessionale e le significative difficoltà a reperire informazioni chiare sulle modalità per esercitare questo diritto, rendono necessari chiarimenti che la Fcei intende fornire a famiglie e persone, evangeliche e non”. Insomma, secondo le chiese evangeliche italiane mancano informazioni per tutti coloro che non vogliono seguire ore di religione cattolica e non conoscono quali sono le alternative.
Sul sito della Fcei sono disponibili le linee guida con le cosiddette Faq (Frequently Asked Questions, “domande frequenti”). Nel documento è possibile trovare istruzioni e informazioni per la scelta, ma anche soluzioni per chi volesse, nel corso dell’anno oppure da un anno all’altro, modificare la sua opzione. Sono inoltre illustrati gli obblighi delle scuole e della dirigenza scolastica che, per legge, devono garantire sempre e comunque il diritto di non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica. Infine, le risposte operative sia nei casi di difformità e/o illegittimità della modulistica, sia su cosa succede se genitori e studenti optano per lo studio individuale o per la cosiddetta “materia alternativa”. La giurisprudenza, ad esempio, ha già stabilito che il diritto costituzionale alla libertà religiosa e di coscienza prevale sulle esigenze organizzative delle scuole.
La scelta di una delle quattro alternative possibili (attività didattiche, ricerca e studio con o senza assistenza di personale docente, non frequenza da scuola nelle ore Irc), come scrive ancora lo sportello, “è necessaria, ma la sua attivazione da parte della scuola è obbligatoria”.
Inoltre, spiega il vademecum: “non esiste un numero minimo di studenti necessario per l’attivazione dell’ora di materia alternativa. E lo/la studente non ha l’obbligo di restare in classe per svolgere la materia alternativa mentre la restante parte della classe svolge l’ora di religione”. Nell’ampio dibattito sui voti Irc in pagella, lo Sportello ribadisce che “nessun vantaggio aggiuntivo si acquisisce frequentando l’ora di religione in termini di credito scolastico”. La questione è tuttavia ancora oggetto di dibattito. Attualmente, la frequentazione della materia alternativa, al pari dell’Irc, entra in gioco nella più ampia valutazione che comprende attività extrascolastiche, assenze, qualità dell’impegno dello/della studente.
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