Per il Consiglio dei ministri non ci sono rilievi sulle nuove linee guida della religione cattolica a scuola: come previsto, il 27 luglio i rappresentanti del Governo hanno approvato l’intesa firmata il 28 giugno scorso tra il ministero dell’Istruzione e la Conferenza episcopale italiana sulle nuove indicazioni per l’insegnamento della religione cattolica nel secondo ciclo di istruzione.
Rispetto a quanto trapelato inizialmente sull’intesa, che nasce dall’esigenza di aggiornare i contenuti della materia cattolica alla riforma della scuola secondaria superiore entrata in vigore dall’anno scolastico 2010-2011, Palazzo Chigi ha fatto sapere che nell’accordo si è stabilito che “la proposta didattica per l’Irc si differenzi per i licei, gli istituti tecnici, gli istituti professionali e i percorsi di istruzione e formazione professionale”. Ogni corso superiore, quindi, avrà il suo peculiare percorso di conoscenza della religione, adattato alla complessità e specificità dei programmi delle altre materie.
Rispetto a quanto trapelato inizialmente sull’intesa, che nasce dall’esigenza di aggiornare i contenuti della materia cattolica alla riforma della scuola secondaria superiore entrata in vigore dall’anno scolastico 2010-2011, Palazzo Chigi ha fatto sapere che nell’accordo si è stabilito che “la proposta didattica per l’Irc si differenzi per i licei, gli istituti tecnici, gli istituti professionali e i percorsi di istruzione e formazione professionale”. Ogni corso superiore, quindi, avrà il suo peculiare percorso di conoscenza della religione, adattato alla complessità e specificità dei programmi delle altre materie.
Inoltre, spiega sempre l’ufficio comunicazione del Cdm, sono stati predisposti pure dei nuovi obiettivi formativi: “anche per l’Irc, sul modello delle altre discipline di insegnamento, la strategia didattica mira a individuare le competenze che lo studente dovrebbe raggiungere al termine di ciascun periodo didattico”.
Le novità introdotte dall’intesa tra il ministero dell’Istruzione e la Conferenza episcopale avranno un effetto pratico solo a partire dall’anno scolastico 2017/18.