Per quanto riguarda il reclutamento degli insegnanti di religione, sappiamo che novembre era stato presentato un provvedimento fortemente voluto dal presidente della VII commissione del senato, Mario Pittoni, per il nuovo concorso. In base a tale provvedimento, ci sarebbe stato il via libera per i precari che hanno alle spalle almeno 36 mesi di servizio. Quindi, una procedura riservata per stabilizzare tantissimi docenti. Tuttavia, tale emendamento facente parte del decreto semplificazioni, è stato ritirato e questo ha riaperto nuovi prospettive sulla vicenda.
Sul tema, infatti, è intervenuto il Vice Ministro Lorenzo Fioramonti, rispondendo ad una interrogazione posta dall’ex sottosegretario al Miur Toccafondi: “L’immissione in ruolo dei docenti di religione non può, a legislazione vigente, che avvenire attraverso un nuovo concorso ordinario, che, attraverso una quota riservata, possa piuttosto valorizzare l‘idoneità conseguita e, in aggiunta, riconoscere il servizio prestato”.
Il vice di Marco Bussetti ha aggiunto, riporta l’Ansa, che gli “uffici del Ministero stanno vagliando la possibilità di arrivare ad una soluzione che necessita, comunque, la condivisione con tutte le amministrazioni coinvolte, in primo luogo il Ministero dell’economia e delle finanze relativamente ai profili finanziari e il Ministero per la pubblica amministrazione sulle modalità di espletamento della procedura concorsuale, nonché l’ascolto degli altri soggetti istituzionali interessati, tra cui la CEI e le organizzazioni sindacali”.
Certamente si tratta di una dichiarazione di Fioramonti che non presenta molti particolari. A questo punto però iniziano le ipotesi in merito alla quota riservata menzionata. Nella precedente proposta, in cui si auspicava il concorso riservato, le assunzioni sarebbero state divise per il 50% ai vincitori di concorsi ordinari, ed il 50% restante dalla graduatoria del concorso riservato.
In attesa dei prossimi sviluppi, alla luce di quanto dichiarato dal vice Ministro, la quota riservata potrebbe essere destinata ai docenti di religione in graduatoria dall’ultimo concorso del 2004, che da allora sono rimasti precari, allo scopo di risolvere la questione degli idonei del concorso 2004, i quali avrebbero potuto trovare stabilizzazione già nel 2013, ma che per un mero errore tecnico restarono fuori dai giochi.
Certamente bisogna aspettare anche cosa intendono proporre i sindacati. Su tutti lo Snadir, che pur avendo appoggiato l’emendamento Pittoni, aveva posto alcune riserve.
Ad ogni modo, il sindacato farà valere probabilmente la necessità di “garantire la stabilizzazione completa di coloro che insegnano religione cattolica da oltre un triennio e di risolvere definitivamente anche la questione degli idonei del primo concorso che per anni hanno atteso di essere stabilizzati. Questi interventi sono indispensabili e necessari, non solo perché sono stati già applicati recentemente ad altro personale scolastico, ma soprattutto se si pensa che il 96% del docenti di religione precari è composto da personale laico, cui deve essere assicurata al più presto la possibilità di un futuro lavorativo stabile e garantito per sé e per la sua famiglia”.
Proprio in un recente comunicato, il sindacato aveva chiarito, tramite il Segretario nazionale dello Snadir Orazio Ruscica, che “la risposta normativa dev’essere strutturale in quanto deve mirare a cancellare definitivamente la vergognosa condizione lavorativa nella quale sono tenuti da decenni gli insegnanti di religione”.
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