Mentre i docenti precari di religione cattolica cominciano “scaldare i motori” in vista del concorso, ordinario e straordinario, che per 6.400 candidati significherà l’immissione in ruolo, da alcune scuole giungono evidenti segnali di disaffezione verso la disciplina. Soprattutto negli istituti superiori dei grandi centri cittadini del Nord. La media nazionale di diniego allo svolgimento della religione cattolica (che non è catechesi, ha sottolineato più volte lo Snadir) si aggira sul 15 per cento (cresce di anno in anno, basti pensare che nel 2010 stava sotto il 10 per cento), un dato per i vescovi preoccupante poichè corrisponde ad oltre un milione di allievi che quando c’è religione escono dall’aula.
Il record per la scuola secondaria, soprattutto dei licei artistici dove quasi 3 studenti su 10 dicono ‘no’, appartiene a Torre Pellice, in provincia di Torino, dove si arriva a sfiorare il 90 per cento di studenti che non si avvalgono delle lezioni di religione e svolgono un’ora a settimana su contenuti di materie “alternative”.
A ben vedere, quello di Torre Pellice è un dato che si giustifica per la nota presenza in quella zona piemontese di minoranze di altre etnie o di altre religioni nel territorio, ma soprattutto della sede storica della comunità valdese. Poi va anche detto che al Nord l’alta presenza di cittadini immigrati contribuisce a tutto questo: non a caso, in Lombardia più di un alunno su cinque si avvale della possibilità di non seguire la disciplina.
Ma il disinteresse per la religione si riscontra pure in territori di Centro-Sud. Una località, in particolare: si tratta di Comiso, nel Ragusano, dove molti dei 30 mila abitanti credono in Maometto e non in Dio.
Si arriva al punto, almeno secondo il sito www.riforma.it, la scuola dell’Infanzia di Comiso detiene ben l’87,5 per cento di alunni che non si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica. È significativo che nella scuola dell’Infanzia Idria, su 48 bambini iscritti, addirittura 40 non sono di origine italiana: si tratta infatti di bimbi con genitori e nonni di origine musulmana. È il dato più alto in Italia a livello di scuola dell’Infanzia.
Tuttavia, il record di Comiso sul ‘no’ generalizzato degli alunni alla religione a scuola ha anche altre motivazioni: secondo l’Ansa, sarebbe “legato alla forte presenza di immigrati nel centro storico, dove si trova la scuola De Amicis, di cui fa parte anche la scuola dell’infanzia Idria. Per la numerosa comunità maghrebina è più facile reperire delle abitazioni del centro storico, nelle case lasciate libere dai comisani o dagli anziani”.
“La comunità musulmana è molto presente a Comiso – ha detto il sindaco Maria Rita Schembari – ma il dato di questa scuola è legato alle scelte urbanistiche degli ultimi decenni che hanno privilegiato lo spostamento verso altri quartieri”.
“Dovremmo interrogarci con forza sul futuro, sia urbanistico che sociale, della nostra città”, ha concluso il primo cittadino della località in provincia di Ragusa sempre più vissuta da musulmani. Anche a scuola.
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