Comincia delinearsi l’organizzazione del concorso pubblico, annunciato da alcuni mesi, che servirà a coprire almeno 4mila posti vacanti nella categoria degli insegnanti di religione. A soffermarsi su alcune parti del bando, oltre che a mettere in guardia gli aspiranti docenti dalla frequenza di costosi corsi a pagamento, è stata la Conferenza episcopale italiana.
Il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, in particolare, il 25 gennaio ha parlato a nome membri del Consiglio permanente Cei, annunciando di avere “condiviso alcune considerazioni sulle caratteristiche della certificazione dell’idoneità diocesana degli insegnanti di religione cattolica, in vista di un Concorso nazionale, che nell’anno in corso dovrebbe essere svolto su base regionale e poi articolato secondo i numeri necessari in ciascuna Diocesi”.
Galantino ha infine voluto mandare un messaggio a coloro che stanno seguendo corsi di preparazione al concorso per diventare docenti di religione, la cui frequenza prevede anche somme considerevoli: “lo stanno facendo per un concorso che non è stato ancora bandito”, ha detto il prelato, che ha anche preso le distanze da queste iniziative. “La Cei – ha concluso – non ha alcun ruolo né responsabilità, che appartengono al Ministero competente”.
Il concorso dovrebbe essere bandito entro il 2008, dopo 13 anni di attesa: al ministero dell’Istruzione, da alcuni mesi è stato costituito un tavolo apposito, anche per decidere sulle modalità con cui si condurrà la nuova procedura selettiva nazionale, ovviamente in accordo con la Cei da cui dipendono direttamente i docenti di religione cattolica.
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