Il sindacato Snadir dei docenti di religione cattolica (IRC), com’era prevedibile, è contrario alla proposta di Carlo Troilo di abolire o modificare questo insegnamento. Secondo il suo segretario, Orazio Ruscica, ci sarebbero diversi buoni motivi:
1. Le percentuali degli avvalentisi sono sempre altissime.
2. L’IRC sarebbe oggi “un progetto didattico assolutamente diverso”, “non… avrebbe… l’intento di mettere in discussione la laicità dello Stato”, e si svolgerebbe “anche e soprattutto nell’idea di un confronto tra il cristianesimo e altre religioni”.
3. Garantirebbe “contenuti culturali e formativi indispensabili”.
4. In particolare “per cogliere aspetti fondamentali della vita, dell’arte, delle tradizioni del nostro Paese”, infatti “si studia religione perché si è innamorati di assaporare il sapere”.
5. Sarebbe “utile ad accendere dibattiti che si calino nella realtà di tutti i giorni, utile al confronto, al dialogo, allo scambio”.
6. Offrirebbe pure “strumenti utili per una riflessione critica sulla complessità dell’esistenza umana”, “anche per chi non crede: utile a impiantare semi di curiosità e stimoli intellettuali nei ragazzi”.
Occorre dunque ricordare ancora una volta che:
1. Come ha spesso documentato anche la Tecnica della Scuola, i bambini frequentano l’IRC perché le scuole non attivano alternative o lo fanno tardivamente o in maniera raffazzonata e perché altrimenti finiscono segregati, mentre nella secondaria superiore i non avvalentisi aumentano esponenzialmente perché si gestiscono da soli con l’uscita da scuola o con lo studio autonomo, tanto che in molte classi e persino intere scuole nessuno se ne avvale.
2. L’IRC si imbelletta di nuovo ma resta, qualunque argomento affronti, un insegnamento confessionale conforme alla dottrina cattolica, impartito da docenti formati e sorvegliati dalla Chiesa, persino nei loro comportamenti privati.
3. Se fosse indispensabile non sarebbe certo facoltativo.
4. Se fosse almeno utile a incrementare il sapere degli studenti, gli avvalentisi vanterebbero mediamente risultati migliori dei loro compagni di scuola, ma così non è.
5. Si fa molta chiacchiera su tutto e su niente, non c’è però alcuna sostanza concreta riferibile.
6. Non bisogna domandare all’oste se il vino è buono, quanti abbandonano l’IRC, compresi molti credenti, lo denunciano come fumoso, acritico, unilaterale, dogmatico, privo di stimoli, fatto di risposte preconfezionate e banali.
Andrea Atzeni