Il concorso di religione cattolica dovrebbe rientrare fra le azioni che il nuovo Governo dovrà attuare per la scuola. Si sa al momento che la procedura avrà il compito di coprire almeno 4mila posti, destinato ai precari che ancora non sono stabilizzati. Ma adesso, dopo gli ultimi aggiornamenti delle passate settimane, arriva una richiesta d’incontro al Miur da parte dello Snadir, una delle sigle sindacali che si sta battendo per la stabilizzazione dei precari.
Il Miur, nelle precedenti settimane aveva fatto intendere che il concorso di religione si farà, ma non avrà una procedura riservata bensì seguirà quella ordinaria. Il concorso dovrà essere organizzato in tempo utile al fine di evitare l’attivazione dell’applicazione del comma 131 della legge 107/2015, ovvero il divieto di superare i 36 mesi di contratti a tempo determinato.
Ma i sindacati vorrebbero che si procedesse con una procedura non ordinaria. Lo Snadir in particolare vorrebbe delle regole sulla falsariga di quelle relative al concorso docenti riservato alla scuola secondaria: “deve essere predisposta anche per i precari di religione abilitati, scrive il segretario generale Snadir Orazio Ruscica, ai sensi del precedente concorso indetto con DDG 2 febbraio 2004 nonché quelli che in forza della normativa speciale di settore sono da considerarsi abilitati secondo il Parere del Consiglio di Stato del 4 marzo 1958, una procedura di assunzione che – rispecchiando l’iter della graduatoria degli abilitati per le altre discipline – preveda la sola prova di esame orale
secondo i contenuti previsti dall’art. 3, comma 5 della legge 186/2003″.
Da qui la richiesta del sindacato di un incontro urgente per discutere in merito alla questione che creerebbe “l’ingiusta
contraddizione di lasciare solo i docenti di religione privi di una prospettiva di superamento definitivo della condizione
lavorativa precaria“.
Il punto dolente è comunque la legge 107, riforma che a parere dello Snadir ha escluso solamente gli insegnanti di religione, predisponendo un piano di assunzione nazionale per risolvere il precariato, senza tenere minimamente conto dei precari di religione cattolica.
Ad ogni modo, si spera nel nuovo Governo, affinché possa avere un piano diverso da quello precedente e sopratutto si convinca della possibilità di una procedura riservata con la sola prova orale per i candidati.
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