La scuola italiana continua a contraddistinguersi per delle vicende non sempre del tutto comprensibile. Stavolta il dato contraddittorio riguarda la sempre discussa religione cattolica: ebbene, mentre da una parte gli alunni che si avvalgono dell’insegnamento della disciplina facoltativa nelle scuole statali, seppur lievemente, continua a calare, dall’altra il numero degli insegnanti di religione invece continua a crescere.
La doppia indicazione numerica nazionale è contenuta nell’Annuario 2014, riguardante i dati dell’anno scolastico 2013-14, pubblicato dal Servizio Nazionale della Cei per l’Insegnamento della Religione Cattolica.
Dalla rilevazione emerge che in un anno gli insegnanti di religione sono aumentati di 839 unità, pari al 3,7 per cento. L’incremento avrebbe potuto essere anche più consistente, se si pensa che nell’indagine sull’anno 2012-13 furono censite le scuole in 201 diocesi, laddove nell’ultimo anno i dati raccolti hanno riguardato 194 diocesi.
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Complessivamente, gli studenti che si sono avvalsi dell’Irc sono stati l’88,5 per cento del totale (quindi con un 11,5 per cento di defezioni), mentre l’anno precedente erano l’88,9 per cento (le rinunce erano l’11,1 per cento. Quindi il calo di adesioni alla Religione Cattolica è stato dello 0,4%. A tenere sono sempre le scuole primarie, mentre alle superiori vi sono delle scuole del Nord dove i cosiddetti avvalentisi sono anche meno della metà degli iscritti.
Se si va a considerare la serie storica, nell’arco delle 21 rilevazioni annue effettuate dalla Conferenza episcopale, la perdita complessiva di studenti è stata di 5 punti percentuali: gli studenti che si avvalevano dell’Irc erano il 93,5 per cento nell’anno scolastico 1993-94, nel 2013-14 sono diventati l’88,5 per cento.
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