In cantiere la proposta di ridurre il numero di vaccinazioni obbligatorie per l’iscrizione a scuola. L’idea sembra essere quella di portarli da 12 a 10 ma si discute anche di rendere più flessibile il concetto di ‘obbligatorietà’. Si starebbe in altre parole cercando di riconsiderare, dopo i primi tre anni della legge, parte dell’impalcatura che aveva dato il via alla decisione del Governo di intervenire in modo drastico sulle vaccinazioni partendo dalla iscrizione a scuola. Si parla quindi di un ‘alleggerimento’ sul fronte delle sanzioni pecuniarie per i genitori che non vaccinino i figli e del rischio di perdita della patria potestà.
Il decreto sull’obbligo vaccinale per la scuola potrebbe dunque ‘cambiare volto’.
Per sapere esattamente come bisogna attendere gli esiti della discussione in atto in commissione Sanità del Senato, dove è stato appunto presentato un emendamento per ridurre le vaccinazioni obbligatorie contro cui si era già espressa negativamente il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, secondo la quale il decreto è stato proposto sulla base di dati scientifico-sanitari pur essendo il Parlamento sovrano e in grado di prendersi le proprie responsabilità.
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Il decreto sembra però avviarsi verso un ‘alleggerimento’, considerato che è stata accolta, con un emendamento, dalla relatrice Patrizia Manassero la proposta avanzata dalla presidente della commissione Sanità, Emilia Grazie De Biasi.
La proposta prevede di diminuire il numero dei vaccini previsti come obbligatori per l’iscrizione a scuola dagli attuali 12 a 10 e con l’antimeningite B e C che tornerebbero ad essere solo ‘raccomandati’; inoltre si discute sul concetto di obbligatorietà e della possibilità che l’obbligo vaccinale possa essere rivisto dopo i primi tre anni dall’entrata in vigore della legge.
Un’idea, spiega De Biasi, “per rendere più flessibile il tema dell’obbligatorietà”. Le vaccinazioni obbligatorie per l’iscrizione a scuola, “rispetto a quanto previsto dal decreto passerebbero, con l’emendamento presentato, da 12 a 10. I vaccini obbligatori restano i 6 già previsti come tali nell’esavalente, ovvero anti-poliomelitica, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse e anti-Haemophilus B. A questi, si aggiungono come obbligatori l’anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite e anti-varicella”.
Per queste ultime 4 vaccinazioni però, chiarisce, “l’emendamento prevede una rivalutazione dell’ obbligo: si introduce cioè una verifica dopo 3 anni dall’entrata in vigore della legge per accertare il livello di copertura vaccinale raggiunto. Se ottimale, per queste vaccinazioni l’obbligatorietà può essere sospesa”. Al contrario, “l’anti-meningite B e C tornano ad essere solo ‘raccomandate’. Questo perchè – afferma – non siamo in una situazione epidemica che richieda l’obbligatorietà di immunizzazione”. L’emendamento, “verrà messo in votazione martedì prossimo. Mi auguro – afferma – che l’intesa sia ampia e già ci sono molti consensi”.
Sono 285 gli emendamenti e 10 gli ordini del giorno presentati in Commissione e una certa convergenza si registra appunto sulla cancellazione del rischio di perdita della patria potestà e sul ridimensionamento delle sanzioni.
Sempre sul fronte vaccini, una nuova sentenza – della Corte d’appello di Salerno – ha ribadito che non esiste dimostrazione di un nesso causale tra vaccinazioni e autismo. E in Toscana resta alta l’allerta per la meningite: la Regione ha deciso di prolungare fino al 31 dicembre la campagna di vaccinazione per il tipo C, mentre a Prato si è registrato un nuovo caso con una 18enne colpita da meningite di tipo B.
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