Attualità

Rendicontazione, rapporto di autovalutazione e piano di miglioramento: ma non basta dire che le scuole sono sopravvissute al covid?

In questi giorni il Ministero ha riaperto alle scuole le piattaforme per la predisposizione e l’aggiornamento dei documenti strategici quali la rendicontazione sociale, il rapporto di autovalutazione e piano dell’offerta formativa con all’interno piano di miglioramento, il piano di formazione del personale e tanto altro.
Ma tutto questo lavoro e lavorio è davvero utile?

Sentiamo cosa ne pensa Mario Luciani, dirigente scolastico e segretario provinciale dell’ANP di Frosinone

Sono stato sempre un deciso difensore di questo metodo di lavoro. Pianificare per evitare improvvisazione, valutare per contrastare l’autocelebrazione, rendicontare per confrontarsi con l’utenza e sconfiggere l’autoreferenzialità, atavico male della scuola. Mai mi sono dedicato alla lamentatio inconcludente, vero sport di certa parte della categoria ma stavolta qualche dubbio sul metodo viene anche a me”.

Quali sono i dubbi?

Siamo al termine di una pandemia che ha rotto ogni schema, che ha sconquassato il normale andamento, non solo della scuola ma dell’intero pianeta. La scuola italiana ha fatto grandi cose ma i ritmi sono saltati, il normale andamento del tutto sovvertito. Ricordiamoci quei mesi in cui passeggiavo basiti per i corridoi vuoti, le facce dei bambini con la matita in una mano e il telefonino nell’altra. E noi dobbiamo fare finta di nulla?

Cosa vuol dire con questo?

E presto detto: ma cosa rendicontiamo? Quali degli obiettivi posti tre anni fa a fondamento della nostra azione ha mantenuto un minimo di senso? Chi è stato così impermeabile alla situazione da avere minimamento guardato alla pianificazione delle azioni contenute nel piano di miglioramento? Cosa dire di realistico e di utile dei processi e degli esiti nel rapporto di autovalutazione?

Forse, però, un resoconto finale è bene farlo

Abbiamo avuto difficoltà enormi a rendere il servizio base, l’offerta formativa, con interi mesi con le scuole chiuse, con la didattica a distanza fatta di connessioni ballerine, collegamenti a singhiozzo e con scuole dove la fibra è un sogno mai avverato. Cosa scrivere di veritiero?

E quindi?

Io direi che siamo sopravvissuti, nonostante il Covid e sarebbe più che sufficiente. I genitori, di sicuro apprezzerebbero. Ecco, questo panegirico di documenti risponde in realtà solo alla logica tanto criticata del mero adempimento, carta da colorare, nulla più, una vera litania dell’inutile. Chissà perché, mi viene in mente la campanella scolastica automatizzata che, guidata da un orologio elettronico, d’estate continua a suonare indefessa anche se le classi non ci sono più e i ritmi non sono più quelli da lei scanditi.

Reginaldo Palermo

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