“100 mila persone in più, più soldi per gli insegnanti, il merito nella valutazione e una diversa organizzazione basata sull’autonomia. I governi che ci hanno preceduto hanno tagliato, noi mettiamo più soldi. Tanti. Perché per noi investire nella scuola è investire nel futuro. Chi è contrario cerca di bloccare la riforma in Parlamento con migliaia di emendamenti, per impedirne l’approvazione, salvo poi accusare il governo di non voler fare le assunzioni. Non siamo noi che vogliamo fermarci, ma le assunzioni hanno senso solo se cambiamo la scuola, se c’è un nuovo modello organizzative”.
LA TECNICA DELLA SCUOLA E’ SOGGETTO ACCREDITATO DAL MIUR PER LA FORMAZIONE DEL PERSONALE DELLA SCUOLA E ORGANIZZA CORSI IN CUI È POSSIBILE SPENDERE IL BONUS.
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Lo aveva detto il premier Matteo Renzi circa un anno fa, nel giugno del 2015. Ed aveva pure affermato: “Le scuole non sono un ammortizzatore sociale: come diceva don Milani in Lettera a una professoressa “il problema della scuola sono i ragazzi che perde”. Investire sui docenti serve a migliorare la qualità educativa per i nostri figli, non ad accontentare qualcuno. Nella conferenza nazionale sulla scuola di luglio mostreremo concretamente anche tutti i passi in avanti nel settore dell’edilizia scolastica, non solo a livello economico ma anche nella qualità architettonica e di sostenibilità energetica. E terminata la lunga polemica sulla scuola potremo finalmente concentrarci su università e ricerca perché è il capitale umano il cuore del futuro dell’Italia”.
A distanza di un anno si sono moltiplicati gli scioperi e le proteste, il malcontento presso i docenti sembra avere raggiunto livelli preoccupanti, si stanno raccogliendo firme per abrogare col referendum quattro degli articoli della legge 107, il concorso riservato sta subendo gli attacchi delle giustizia amministrativa, provocando incertezze presso tanti professori fiduciosi, moltissimi dirigenti scolastici boccheggiano di fronte alla mole di lavoro, le scuole continuano a cadere e Renzi ha smesso di vistare, come aveva promesso, una scuola a settimana o al mese o all’anno. Non si sta più vedendo.
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