Attualità

Renzi: “Basta docenti picchiati! Ridare valore sociale all’insegnamento”

Hanno destato scalpore le dichiarazioni del leader del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, La Repubblica. Il candidato premier dei pentastellati apre ufficialmente al Partito Democratico e si dice disposto a deporre l’ascia di guerra.

Su Facebook, Matteo Renzi, ex premier e segretario dimissionario del Partito Democratico, parla di scuola e anche di governo: “La politica italiana da un mese è ferma al chiacchiericcio, agli accordi, ai retroscena inventati. Noi lo avevamo detto: se non passa il referendum, torneremo agli accordi vecchio stile. E purtroppo è andata così. Parleremo di questo il 21 aprile, all’Assemblea del PD”. 

Professori sotto attacco

Solo nella giornata di venerdì, sono arrivate due notizie di aggressioni da parte dei genitori nei confronti dei docenti, un’escalation senza fine di violenza fisica e verbale.

L’esponente del PD, anima della Buona Scuola, la legge 107/2015, parla così a riguardo: “Ciò che più mi colpisce leggendo i quotidiani è il fatto che in alcune zone del nostro Paese vi siano genitori che picchiano i professori. Mi domando: ma che cosa è successo, di profondo, nella società italiana per arrivare a questo punto?”

“Non è solo un problema legato alla violenza fisica, che ovviamente va condannata senza se e senza ma. Ma proprio al rispetto sociale della figura dell’insegnante. Quando noi eravamo piccoli e la maestra ci rimproverava a scuola, i nostri genitori davano ragione a lei. La nostra generazione spesso fa il contrario: tendiamo a dare ragione più ai nostri figli che agli insegnanti”.

“Ci è stato spiegato che nella nostra società ogni figura che rappresenta l’autorità viene messa in discussione, a prescindere. Ma penso che non possiamo accettarlo.
Venticinque anni fa quando un professore entrava in un bar o in parrocchia o al circolo era il professore. Aveva una sua dignità riconosciuta, in ogni comunità. Era colui al quale consegnavi ciò che di più prezioso una persona possa considerare: i propri figli.
Quando siamo stati al Governo, abbiamo investito molte risorse nella scuola, nell’edilizia scolastica”.

“Più di chiunque altro negli ultimi decenni. Abbiamo lavorato sulla Buona Scuola con tutte le polemiche che ricorderete per l’alternanza scuola lavoro, per il ruolo del preside, per i bonus agli insegnanti, per il rinnovo del contratto. Ma forse non abbiamo chiarito innanzitutto a noi stessi – e forse nemmeno ai prof – che la priorità è la centralità della funzione educativa nella società di oggi. Il valore sociale dell’insegnante come educatore, come sostegno alla libertà personale dei nostri ragazzi”.

“Dovremmo insegnare ai nostri figli che in un contrasto tra loro e i prof noi stiamo dalla parte degli educatori, anche se non ci viene naturale. Mi rivolgo soprattutto ai miei coetanei genitori quarantenni: voi che dite? Vi leggo volentieri. Buon weekend a tutti”

Andrea Carlino

Articoli recenti

Dirigente scolastica invita le famiglie non usare chat WhatsApp: “Dannose e non apportano benefici”

In un istituto di Prato, come in molte scuole italiane, è scattato il divieto di…

05/11/2024

Didattica e apprendimento, come imparare e insegnare gestire l’errore? Gli spunti per docenti

Comprendere il funzionamento del cervello umano è essenziale per insegnare a gestire gli errori. La…

05/11/2024

Patti educativi di comunità: obiettivi, differenze e come nasce un progetto

I Patti educativi di comunità sono accordi tra scuole, enti locali e realtà territoriali, volti…

05/11/2024

Educazione affettiva, solo un liceale su cinque in Giappone ha dato il primo bacio: dato più basso da cinquant’anni

Solamente il 22,8% dei ragazzi delle scuole superiori nel Paese del Sol Levante, il Giappone,…

05/11/2024