Il governo Conte ter non si può fare e il Capo dello Stato è costretto a puntare su “un incarico non politico”. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha convocato al Quirinale, per mercoledì 3 febbraio, alle ore 12, il professore Mario Draghi. Se anche Draghi dovesse fallire, si avvicinerebbe la strada delle elezioni anticipate.
La doppia sentenza arriva dopo che Matteo Renzi ha confermato la sua “posta”, con gli ex alleati di governo ancora a dirgli no: la posizione è emersa nel corso del vertice svolto nel pomeriggio del 2 febbraio, a cui ha partecipato il leader di Italia Viva assieme a Vito Crimi (M5s), Dario Franceschini (Pd) e Roberto Speranza (Leu).
Troppi sono stati i temi tirati in ballo da Renzi su cui non c’è intesa: dal Mes al ruolo ridotto del commissario straordinario Domenico Arcuri.
Inoltre, Crimi avrebbe detto no alla richiesta di sostituire i ministri Alfonso Bonafede e Lucia Azzolina. E il ‘grillino’ ha anche “posto un veto” su Teresa Bellanova al ministero del Lavoro.
L’agenzia Ansa ha pubblicato il contenuto di una chat che proprio Matteo Renzi avrebbe inviato ai parlamentari di Italia Viva.
“La barzelletta che non si chiude sul verbale – si legge nel testo che l’ex premier avrebbe inviato ai suoi – è, appunto, una barzelletta. Qui lo scontro è altissimo sui contenuti: dal Mes alle infrastrutture, dalla giustizia alla Torino -Lione e ovviamente sui nomi. Crimi ha detto che non intendono cedere su nessuno a cominciare da Bonafede e Azzolina. Domenico Arcuri e Mimmo Parisi non si toccano. Possono sostituire la Catalfo solo se non ci va la Bellanova. E per vicepremier al momento è in ballo Fraccaro con Orlando“.
Secondo il Partito democratico ci troviamo di fronte ad una rottura “inspiegabile”, perché Matteo Renzi rompe non con Conte, ma con gli alleati”.
Le parole del vicesegretario dem Andrea Orlando sono emblematiche su come sono andate le cose: “Renzi voleva far saltare tutto fin dall’inizio. Credo che questa rottura si volesse e credo ci sia un disegno politico”.
Il risultato finale è nelle parole del presidente della Camera: uscendo dal Quirinale, dopo un colloquio col Capo dello Stato di 40 minuti, Roberto Fico ha detto: “allo stato attuale permangono distanze alla luce delle quali non ho registrato l’unanime disponibilità di dare vita ad una maggioranza” tra le forze che sostenevano il Conte bis.
Serafico è stato il commento di Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia: “Era chiaro ai primi di dicembre tutto questo, quindi avremmo potuto ampiamente celebrare le elezioni e avere nel frattempo un governo”, ha detto la leader di FdI a ‘Stasera Italia’ su Rete 4 commentando lo strappo tra Italia viva e il resto della maggioranza del governo Conte bis.
“Il reddito di cittadinanza non l’ho votato io ma Renzi – ha scritto Meloni -, il governo con la Azzolina ministro alla scuola Renzi non solo l’ha votato ma l’ha voluto e rivendicato. Non capisco queste persone che riescono a fare tutte le parti in commedia. Se ti accorgi che Conte è un incapace e che sei al governo con incapaci e che non state dando risposte alla nazione, minimo devi chiedere scusa”, ha concluso Meloni.
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