“Il 2015 è andato meglio del 2014: meglio delle nostre previsioni, lo dice la realtà dei fatti. È stato un buon anno, un segno che finalmente torna ad essere positivo”. Inizia così il premier Matteo Renzi la sua conferenza stampa di fine anno, rispolverando le slide per rivendicare quella che a suo avviso è una lunga serie di successi politici del suo esecutivo. Il premier, nella sue slide, ha citato alcune frasi da lui attribuite ai “gufi”, smentendole puntualmente con l’illustrazione dei provvedimenti approvati. “Un anno fa – ha detto – mi interrogavate sulla crisi e la stagnazione dell’Italia, ora finalmente il Pil torna a crescere, +0,8%. Si diceva un anno fa: il Jobs act non sarà mai approvato, e invece è stato approvato, e il tasso di disoccupazione è ancora alto, ma in calo rispetto allo scorso anno. Oggi ci sono più tutele e più posti di lavoro. Ma non basta. Sarò soddisfatto dei risultati solo quando l’Italia tornerà ad essere leader. Questo non significa che vada tutto bene – ha aggiunto Renzi – ma ricordando quanto succedeva due anni fa, possiamo dire che quella legislatura era una legislatura che non riusciva neanche ad eleggere il presidente della Repubblica. L’Italia si è rimessa in moto, è un Paese stabile. Torna a essere un Paese che può tornare a segnare la vittoria della politica contro il populismo: elezione del capo dello Stato, riforme costituzionali, con la prima grande operazione di autoriforma dall’interno, la questione dell’immigrazione, quella della scuola”. In particolare, sulla legge elettorale, Renzi ha affermato che si è trattato dell’”operazione parlamentare più difficile di quest’anno perché era tutt’altro che semplice. È stato un capolavoro”. Sulla riforma della costituzione, il presidente del Consiglio ha indicato come obiettivo ottobre 2016 per il referendum confermativo, legando all’esito di quest’ultimo la propria carriera: “Se perdo il referendum – ha detto – considero fallita la mia esperienza politica”.
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“In ogni caso, ha sottolineato Renzi – questo sarà il mio ultimo ruolo pubblico come è naturale che sia. Quando hai fatto questo ruolo dopo lasci: per me dunque questo sarà l’ultimo incarico pubblico”.
Il presidente del Consiglio è stato interpellato su alcuni temi d’attualità, a partire da quello caldo dei prodotti finanziari venduti dalla banche salvate dal dl governativo, che hanno fatto perdere molti risparmi ai risparmiatori: “Chi ha subito danni o è stato truffato – ha detto Renzi – deve sapere che lo Stato è dalla sua parte e noi faremo di tutto perché possa avere” indietro quello che ha perso. Non c’è rischio sistemico, le banche italiane sono molto più solide di tante banche europee e non cambierei il sistema bancario con quello tedesco nemmeno sotto pagamento”. Altro tema, quello dell’emergenza smog, per il quale l’esecutivo è stato accusato di ritardi nell’intervenire e fortemente attaccato da M5S, Renzi ha affermato che “si può fare di più ma da qui a sostenere che c’è un governo che passeggia sui morti… Credo che ci sia un limite di decenza; se qualcuno pensa che questo sia lo strumento per prendere voti faccia pure. Non commento la strumentalizzazione dei morti che pare essere diventato uno sport a cui certe opposizioni ci stanno abituando”. Quanto al contenzioso con l’Unione europea sulla flessibilità, il premier ha ribadito che “l’Italia non dichiara la guerra all’Europa: noi chiediamo solo di far rispettare le regole a tutti. Chiediamo rispetto per l’Italia e chiediamo chiarezza. Ho uno splendido rapporto personale con la cancelliera Merkel – ha proseguito – ma io rappresento l’Italia e vorrei che la stampa prendesse atto che quando parla il premier italiano non è necessario scrivere costantemente che si sta lamentando dell’Ue. Se con la cancelliera Merkel discutiamo di linee della politica economica europea non stiamo attaccando l’Europa, la stiamo difendendo”. Per Renzi è “scontato” che Bruxelles accolga le richieste italiane sulla flessibilità sulla legge di Stabilità: “Rispettiamo tutte le regole e pretendiamo rispetto”. Tornando a rivendicare i successi dell’esecutivo, Renzi ha tracciato la strada per l’anno venturo, affermando che “se il 2015 è stato l’anno delle riforme, il 2016 sarà l’anno dei valori. Con questo governo si registra la vittoria della politica contro il populismo per 4 a zero e il risultato, anche grazie alle riforme, come quelle elettorale e del Senato, è un paese solido e stabile”. (Aska)