Con il Consiglio dei Ministri del 30 aprile si dà il via alla riforma copernicana della Pubblica Amministrazione. Successivamente al CdM di ieri Renzi accompagnato dal ministro Madia ha illustrato questa riforma. Ha parlato di valorizzazione del merito, riprendendo il cavallo di battaglia dell’ antifannullonismo dell’onorevole Brunetta.
Il premier, da abile comunicatore, ha affermato : “C’è un sacco di bella gente che lavora e va premiata, c’è qualche fannullone e quello lo stanghiamo”.
Si è anche parlato, in tema di risparmi della spesa pubblica, di tagliare del 50% i permessi e i distacchi sindacali. Ma quanti sono gli insegnanti esonerati dall’insegnamento per motivi sindacali? Per gli amanti delle statistiche e per chi ama fare i conti, gli insegnanti che usufruiscono in tutto il territorio nazionale del distacco sindacale all’incirca mille, dunque una cifra assolutamente congrua con i numeri di questa amministrazione, che peraltro assicura l’esercizio di un diritto costituzionale del personale ad organizzarsi in sindacato.
La decurtazione del 50% dei distacchi sindacali scuola è comunque percepita bene dall’opinione pubblica che considerano il sindacato una casta parallela a quella della politica. Quindi la mossa di Renzi, di attaccare i sindacati sul terreno del dimezzamento dei permessi sindacali, è sicuramente un ritorno di consenso popolare, che in vista delle elezioni europee potrebbe tornare utile. Ma in verità cosa sono e a cosa servono i permessi sindacali e i distacchi sindacali della scuola? Per quanto riguarda i permessi sindacali, bisogna dire che, gli insegnanti che sono anche dirigenti sindacali, ma che non hanno distacco sindacale, fruiscono se lo vogliono, ai sensi degli artt.8-9-10 del Contratto Collettivo Nazionale Quadro sui distacchi, aspettative, permessi nonché delle altre prerogative sindacali, del 7 agosto 1998, di permessi sindacali per l’espletamento del loro mandato, partecipazione a trattative sindacali e partecipazione a convegni e congressi di natura sindacale.
I suddetti permessi non possono superare bimestralmente, per ciascun dirigente sindacale tenuto ad assicurare la continuità didattica, i cinque giorni lavorativi e, in ogni caso, i dodici giorni nel corso di tutto l’anno scolastico. Nell’ultimo contratto collettivo quadro per la ripartizione dei distacchi e permessi alle organizzazioni sindacali rappresentative, per quanto riguarda il comparto scuola sono state assegnate 111.367 ore di permesso sindacale, mentre nel su citato contratto ci sono alle tabelle 14, 15, e 14 bis il numero definitivo di distacchi sindacali tra scuola e università che sono con precisione 1390. Su questi numeri si potrebbe abbattere la mannaia del disegno di legge sulla riforma della Pubblica Amministrazione, con il plauso dell’opinione pubblica.
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