Quello che sta accadendo nel partito di Renzi , che ormai ha poco senso chiamare “democratico”, sembra essere una scissione a puntate.
Prima Pippo Civati, poi Stefano Fassina e Monica Gregori, di seguito Corradino Mineo, adesso Folino, Galli e D’Attorre, sono fuoriusciti dal PD per ragioni strettamente politiche, non condividendo nulla di quanto portato avanti da Renzi.
Tra le ragioni di queste micro scissioni, che sarebbero destinate a continuare, c’è anche il forte dissenso per la riforma della scuola. Una riforma, quella della cosiddetta “Buona Scuola”, che non ha nulla di sinistra e si ispira completamente ad una idea di scuola di stampo berlusconiano, che infatti trova il consenso delle onorevoli forziste Centemero, Gelmini e Aprea.
Tra i motivi principali per cui alcuni parlamentari del partito democratico stanno decidendo di abbandonare il partito di Renzi, c’è il fatto che il partito sta subendo una vera e propria mutazione genetica.
Infatti il partito del Presidente del Consiglio sta rinnegando i principi fondanti della politica ulivista e gli ideali politici dei suoi fondatori, valorizzando un modello del lavoro basato sulla compressione dei salari, sulla cancellazione dei diritti, un modello di scuola di tipo aziendale dove si colpisce la libertà d’insegnamento e quella di apprendimento.
In buona sostanza la politica renziana applicata nel modello della Buona Scuola sostituisce al principio di uguaglianza, la retorica della meritocrazia che legittima la crescita reale delle diseguaglianze.
Si tratta di una meritocrazia avariata che non si ispira ai principi di una sana competizione e agli ideali di sinistra. Adesso a sinistra c’è qualcuno e c’è qualcosa che sta nascendo dalle ceneri di un partito democratico che ha perso la sua identità. Questo nuovo partito di sinistra avrebbe un’ idea di scuola completamente distante dalla scuola voluta da Renzi, Giannini e Faraone, ma la domanda è: “ avranno la forza di rifondare una sinistra alternativa all’attuale partito democratico?”.
Per adesso sembrerebbe che i fuoriusciti dal partito democratico camminino per ordine sparso, dimostrando uno stato confusionale che non fa ben sperare. Tutto questo accade mentre il partito di Renzi sta attuando imperterrito il suo progetto di riforma scolastica, mettendo all’angolo tutti i sindacati, gli insegnanti contestatori e costringendo all’uscita dal partito quell’inutile minoranza di dissenso interno.
Adesso vedremo se tutto il dissenso che esiste contro la Buona Scuola è in grado di costituirsi sotto forma di forza politica. È auspicabile ma sarà molto difficile!
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