Quando Matteo Renzi ha esordito dichiarando che al 1°posto della sua agenda politica c’era la Scuola mi si sono accese tutte le lampadine nella testa! Caspita- mi sono detta- finalmente arriva uno che ha capito che per far ripartire il Paese è necessario puntare sull’Istruzione e sulla Ricerca, che bisogna restituire dignità ad una Istituzione che sembra arrivata ormai al capolinea per colpa di Ministri incapaci, scelti da Governi altrettanto incompetenti.
Ad un tratto mi si è fissata in mente, come un fotogramma, l’immagine di Tremonti che, dall’alto della sua saccenteria esclamava: “Con la cultura non si mangia!”. E zac e zac ha cominciato a menar fendenti alla già agonizzante Scuola pubblica, riducendola ad una specie di mentecatta costretta ad elemosinare per poter sopravvivere. Eccoti accontentato presuntuoso, arrogante, calcolatore, avrai pane per i tuoi denti…
Il momento del riscatto sembrava materializzarsi grazie al ruolo salvifico di Matteo (nomen omen) un “dono”venuto dall’alto… A suo vantaggio una moglie insegnante precaria: chi meglio di lei avrebbe potuto dargli i suggerimenti giusti per riformare veramente il mondo della scuola?
Ad esempio Berlusconi durante il suo mandato aveva dato le priorità al mondo dello spettacolo dal momento che Veronica era stata un’attrice… E’ vero, dietro un grande uomo (o uomo grande? Boh!) c’è sempre una grande donna… ed Agnese lo fu. Una vera Musa ispiratrice! C’è chi ricorda il fatto che mentre Matteo era ancora sindaco di Firenze nel 2013, lei usasse il pass del marito per guidare contromano nelle corsie preferenziali. Ad una signora che dice :”Non lo faccio più” cosa vuoi fare? La multa? Le ritiri la patente? Ma dai cosa vuoi che sia: è stata una distrazione, semplicemente una distrazione.
Con quel suo piglio deciso, con quel suo linguaggio fuori dagli schemi, il rottamatore come è stato definito, cattura l’interesse anche di quelli che stanno dall’altra parte. Via i vecchi, largo ai giovani e a qualcuno che manifesta qualche perplessità risponde: “Enrico, stai sereno”.
Poi sappiamo come è andata a finire, ma ciò non toglie che il suo giocare d’ anticipo è stata una mossa vincente che ha spiazzato un po’ tutti: per primi quelli del suo partito. Suo, non a caso perché in meno di un anno il Pd ha assunto la connotazione anche fisica del suo leader: Segretario e Premier allo stesso tempo, per auto proclamazione. A dire il vero qualcosina sul temperamento e caratterino di Matteo avremmo dovuto intuirlo già ai tempi in cui nel 2010, ad insaputa del partito, da sindaco si recò in pellegrinaggio ad Arcore ed in quell’occasione il suo padre putativo Berlusconi gli disse: ”Tu mi somigli” e gli diede la benedizione ! E l’iniziativa di mettere a disposizione la sua casella email? “Se c’è qualcosa che non va me lo segnalate… ogni settimana andrò nelle scuole ad ascoltare le richieste e poi torno a Roma con i compiti a casa”. Grande Renzi, uno di noi”.
Ci avete creduto ? Io sì, perché da quel momento ho cominciato a inondare la sua casella mail: tutte le aspettative tradite, le richieste inascoltate, le speranze deluse erano concentrate lì in quelle lettere forse ingenue ma spontanee e sincere di chi nel proprio lavoro ci ha sempre creduto, lo ha sempre amato e rispettato, che non si è mai pentita di averlo scelto nonostante i momenti di difficoltà incontrati nel corso degli anni, spesso causati da una cattiva politica che ha mostrato e che continua a mostrare, nonostante le apparenze, una scarsa considerazione nei confronti dell’infanzia. Dopo quasi un anno l’unica risposta pervenutami è stato un laconico: do not… non so cosa, matteo@gov.it.
Man mano che il tempo passava e le azioni del governo cambiavano verso, sì ma per andare nella direzione sbagliata, ho avuto la sensazione di aver riposto male la mia fiducia, non solo per ciò che riguarda la scuola, ancora una volta tradita e umiliata, ma per quel riguarda anche la difesa dell’ambiente. L’ accondiscenza ai poteri forti, il baratto del territorio in cambio di false riprese economiche cedendo alla supremazia delle Multinazionali , mi ha fatto capire che noi siamo delle pedine in mano a dei giocatori senza scrupoli che non fanno altro che passarsi il testimone: destra, sinistra… sono soltanto contrapposizioni apparenti, la linea di demarcazione tra uno schieramento politico e l’ altro è già stata superata da tempo. E’ retaggio del passato credere in certi valori, gli stessi di chi ha versato il proprio sangue per darci un futuro migliore? Ebbene allora sono una nostalgica, non una refrattaria al cambiamento, ma semplicemente una conservatrice… di buoni sentimenti. Di quelli che i miei genitori mi hanno insegnato e che la scuola mi ha aiutato a consolidare: la scuola di un tempo così tanto vituperata e derisa, la mia maestra,i miei professori, alcuni severissimi altri più indulgenti, ma egualmente carismatici.
Ora tutto questo mi fa sentire impotente e amareggiata soprattutto pensando ai bambini, ai ragazzi già resi fragili da una società e da un sistema che loro non hanno voluto ma che devono subìre.
Ah sì lo so, qualcuno sicuramente dirà: ma questa qui dove vive? Non si rende conto che i tempi sono cambiati, che la vita di oggi non è più quella di una volta, e che bla bla bla…
Troppo facile sostenere che i tempi sono cambiati e che per questo dobbiamo accettare l’inaccettabile, digerire l’indigeribile, farci scorrere addosso tutto nell’indifferenza totale come se svuotarsi di sentimenti ed emozioni ci aiutasse a rendere più facile la nostra esistenza. Io mi rifiuto di far parte di una massa disumanizzata e robotizzata, egoista e vile e, come me, milioni di persone.Con buona pace dei cosiddetti “potenti della Terra”.
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