Il presidente del consiglio, Matteo Renzi, al Festival dell’Economia di Trento, organizzato da Tito Boeri, promette di sbloccare l’Italia: “ci sarà una cabina di regia del “sblocca-Italia” che “avrà un responsabile ad hoc”. Ma ha pure detto: “La prossima settimana riparte la discussione sulla riforma del Senato e dopo l’approvazione in prima lettura torniamo alla legge elettorale”.
La sintesi è quella spiegata fin dalle prime battute al suo intervistatore, Enrico Mentana: “O la politica gioca le sue carte, o la politica punta alto oppure nessuna misura economica ci salverà”. E quindi l’affondo: “La madre di tutte le battaglie è il lavoro”.
“Entro luglio farò un provvedimento che si chiama “Sblocca-Italia”, che lascerà fare alla gente quel che vuol fare e consentirà di sbloccare interventi fermi da 40 anni”. E poi rivolto ai sindaci, dai quali dipende anche l’edilizia scolastica e la messa a norma di tante scuole, dice: “domani
scriverò a tutti i sindaci per chiedere di individuare sul loro territorio le questioni bloccate”.
Quindi il premier spiega che entro 15 giorni i sindaci dovranno scrivere a Palazzo Chigi, indicando i problemi locali: “Dagli investimenti bloccati per l’imprenditore al sindaco bloccato dalla sovrintendenza, fino all’imprenditore straniero pronto ad investire a Milano se non avesse i permessi bloccati”.
E a Palazzo Chigi sarà costituita una cabina di regia del ‘sblocca-Italia’ che “avrà un responsabile ad hoc”.
“Non ho particolari timori sulle valutazioni che la Commissione deve fare. La vera questione è che cosa i governi immaginano della prossima Commissione Europea”.
Riferendosi poi alla Pubblica amministrazione, sembra essere determinato alla sua riforma: “La riforma della pubblica amministrazione sarà in parte per decreto e in parte con un Ddl delega. Bisogna rovesciare il rapporto tra lo Stato e la PA, cambiare le regole del gioco”.
E c’è anche un accenno al ministero della Semplificazione: “In un Paese come il nostro non basta il ministero per la Semplificazione. E noi non lo vogliamo. Bisogna semplificare tutti i ministeri”.
Mentre per quanto riguarda la giustizia civile, afferma: “La giustizia civile sembra barbara, ma entro il 1 luglio avremo il disegno di legge delega e questa riforma”.
Raramente tuttavia e per sommi capi, quando lo fa, il premier parla di scuola, mentre dalle parti della ministra Giannini ancora non si profilata una strategia complessiva sull’istruzione, tranne qualche anticipo che però è così volatile da farlo ritenere più un’opinione generale che un effettivo obiettivo politico. Sicuramente sulla scuola c’è troppa carne sul fuoco, benchè le cose che ci aspettiamo fermamente, e da quando soprattutto è cambiato il rapporto di forza nel Governo, siano poche ma detereminanti: risoluzione definitiva del precariato, riformulazione (ancora una volta purtroppo) del riordino della Gelmini, reclutamento dei docenti.
Se la scuola è un valore, come anche Bankitalia afferma, sarebbe importante che Renzi mettesse nella sua scaletta della tempistica anche l’istruzione e ci dicesse, magari insieme con la ministra Giannini, cosa intendono fare per risalire la china.