Matteo Renzi continua a parlare di scuola e dell’importanza di far tornare gli alunni alla didattica in presenza. “Mi auguro – ha detto il politico fiorentino – che le istituzioni non commettano gli stessi errori che si sono fatti sui tamponi, sui banchi a rotelle, sulla seconda ondata”, ha scritto Renzi nella sua e-news di sabato 21 novembre, tornando quindi a criticare il governo di cui fa parte che ha trascurato l’incremento dei mezzi di trasporto per portare a scuola gli studenti senza assembramenti (a costo di utilizzare i mezzi dell’esercito), decisione di acquistare banchi monoposto e la mancata adozione di tamponi rapidi. Quella dei test rapidi a scuola è una esigenza, finora non esaudita, espressa in più occasioni dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina.
Il piano serio e organico
Il leader di Italia Viva rivendica per il ritorno nelle scuole degli studenti “un piano serio, organico, ben strutturato”.
Per questo motivo, l’ex presidente del Consiglio si augura “che, anziché discutere di quante persone invitare al cenone a Natale, la politica faccia una scelta più complicata, ma più coraggiosa: pensare a come riaprire le scuole in sicurezza”.
Negli altri Paesi la scuola non si è mai fermata
Renzi conclude il suo intervento ricordando ancora una volta che “Francia, Germania e Regno Unito non hanno mai smesso di mandare i ragazzi a scuola. E bisogna dire con forza che la didattica a distanza non basta!”.
È dall’inizio dello scorso mese di aprile, comunque, che l’ex premier continua a sostenere che per riprendere le lezioni in presenza, a partire dalle superiori, basta uno screening e migliorare le misure di sicurezza.