L’abitudine presa dal presidente del Consiglio Matteo Renzi di visitare una volta a settimane una scuola italiana sta avvicinando le massime istituzioni dello Stato ai problemi dell’istruzione pubblica. A costo di ricevere proteste e contestazioni. Che, come accaduto nelle precedenti occasioni, il 26 marzo sono arrivate anche a Scalea, in provincia di Cosenza, dove una piccola folla di contestatori ha accolto il premier che si accingeva a partecipare all’incontro con gli studenti dell’Istituto comprensivo statale Gregorio Caloprese.
Renzi ha fatto il suo ingresso in macchina nel cortile della scuola, accolto da urla e qualche fischio di vari gruppetti di contestatori i precari del personale Ata e anche elettori del centrodestra. Al suo arrivo, alcuni ex dipendenti Ata sono saliti sul muretto esterno della scuola con al collo dei cartelli con la scritta “Grazie alla spending review dal 31 marzo io e la mia famiglia non avremo un futuro”.
Quando Renzi è sceso dall’auto nel cortile della scuola, gli stessi lavoratori hanno gridato in coro “via le ditte dalla scuola”. Le mamme hanno invece esposto lo striscione “Siamo indignate chiedeteci perché”, lamentando la mancanza di futuro per i loro figli.
Anche l’associazione “Sanità è Vita” ha protestato mostrando uno striscione con la scritta “Sanità: condannati a morte”. Infine alcuni “semplici cittadini”, come si sono definiti loro stessi, hanno mostrato alcuni cartelli con la scritta “Renzi stai sereno vai Berlusca” e “Renzi perchè Gentile no e Barraccio sì?”.
Tra i contestatori c’era anche un gruppo di mamme di Scalea: le mamme hanno esposto uno striscione con la scritta “le mamme sono indignate, chiedeteci perchè”. “La protesta è scaturita – ha detto una di loro – per le condizioni precarie in cui si trovano le scuole e per la presenza di rifiuti per le strade”. “Renzi – hanno detto le mamme – dovrebbe venire a Scalea una volta al mese”.
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