Continuano annunci e dichiarazioni di Giannini e Renzi a proposito della riforma della scuola prossima ventura. Ma – almeno per noi – lo scenario non è ancora del tutto chiaro. Anzi, paradossalmente, annunci e dichiarazioni stanno creando qualche ulteriore confusione.
Dunque: poche settimane fa Giannini aveva giurato che a gennaio la riforma sarebb stata presentata (peraltro senza spiegare bene a parte del progetto intendeva riferirsi: piano di assunzioni? stato giuridico del personale? carriera dei docenti, o che altro?
Pochi giorni fa Renzi ha detto: “Il 22 febbraio (segnatevi questa data) presenteremo il progetto”, ammettendo implicitamente che si sta già slittando di qualche settimana.
Molti osservatori hanno interpretato la data come il termine entro il quale il Governo presenterà una proposta di legge o qualcosa del genere. Ma nessuno ha detto che il 22 febbraio è una domenica e questo potrebbe voler dire che in realtà Renzi sta pensando ad un “evento” pubblico (un convegno o qualcosa del genere) a carattere informale.
Poche ore fa è arrivato il video-messaggio con cui si aggiunge qualche tassello e si parla del 28 febbraio come data in cui dovrebbero essere resi noti decreti legge e disegno di legge sulla scuola.
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A voler essere logici il decreto legge dovrebbe riguardare certamente le assunzioni; ma quante? 150mila? Difficile crederlo perchè per quanto se ne sa al Ministero non hanno ancora dato avvio al previsto monitoraggio delle graduatorie ad esaurimento.
C’è anche un problema di tempi: il decreto, dopo essere stato firmato dal Consiglio dei Ministri, dovrà essere pubblicato nella Gazzetta Ufficiale per poter entrare in vigore (si possono calcolare altri 10-15 giorni).
Sempre entro la fine di febbraio (parola di Renzi e Giannini) dovrebbe arrivare un disegno di legge per la riforma ordinamentale (nuove discipline di insegnamento, per esempio).
Non si capisce ancora bene se la carriera dei docenti starà nel decreto o nella legge, vediamo se nei prossimi giorni se ne potrà sapere qualcosa di più.
La sensazione è che il Governo sia in forte difficoltà sul tema della scuola: se così non fosse, non ci sarebbe nessun bisogno di fare annunci a giorni alterni; basterebbe dire: all’ordine del giorno del prossimo consiglio dei Ministri ci sarà l’esame del decreto per l’assunzione di 150mila precari, punto.
Per il momento l’unica cosa certa sono i tagli previsti dalla legge di stabilità che equivalgono, milione più milione meno, a quanto necessario per effettuare le prime 50-60mila assunzioni di cui si parla nel documento sulla “Buona Scuola”.