Perché il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha voluto provocare migliaia di docenti neo immessi in ruolo, sostenendo che sono stati tutti assunti nelle loro regioni e chi non ha fatto domanda per entrare in ruolo nella fase B e C è stato malconsigliato da alcuni sindacalisti?
Una vera e propria provocazione quella lanciata da Renzi parlando alla scuola di formazione politica del Pd, nei confronti di 50 mila docenti assunti su provincia provvisoria nella fase B e C del piano straordinario di assunzioni.
Renzi dichiara pubblicamente che questi docenti sono stati assunti nella propria regione e che il sindacato non ha saputo consigliare i docenti facendoli rinunciare alla presentazione della domanda per il ruolo, che scadeva il 14 agosto 2015.
Visto le audaci affermazioni di Renzi, ci viene da domandarci: “Ma il Presidente del Consiglio ha compreso come funzionerà la mobilità?”. Siccome non possiamo pensare che Renzi abbia voluto provocare i neo immessi in ruolo e denigrare deliberatamente l’operato di alcuni sindacalisti, vogliamo pensare che non sia stato messo a conoscenza di come funzionerà la prossima mobilità dei docenti ai sensi della legge 107/2015.
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Per tale motivo, noi de “La Tecnica della Scuola”, vogliamo spiegare al nostro Primo Ministro e ai nostri lettori come funzionerà la mobilità per i neoassunti in ruolo nella fase B e C dalle GaE. Incominciamo con lo spiegare che i docenti neo immessi in ruolo dalle GAE in fase B e C, non hanno avuto assegnata una scuola in una provincia definitiva, ma attraverso un algoritmo mai pubblicato hanno ricevuto il ruolo su una scuola di servizio di una provincia provvisoria.
Per cui affermare che sono stati assunti nelle loro regioni, è di fatto una bugia. Sicuramente si tratta di una bugia causata dall’ignoranza e non certamente dalla malafede. Adesso i docenti neoassunti dalle GaE in fase B e C del piano straordinario di assunzioni, tra poco più di un mese dovranno presentare domanda di trasferimento su scala nazionale scegliendo fino a 100 ambiti e 100 province, con l’alto rischio di vedersi assegnati definitivamente, e vincolati per un triennio, lontani dalla propria regione.
L’alta probabilità di vedersi assegnati definitivamente in un ambito fuori regione è dovuto al fatto che tali docenti si muoveranno in fase C, dopo che saranno stati trasferiti i docenti della fase A e quelli della fase B. In buona sostanza almeno 25 mila docenti della fase C della mobilità, non troveranno posti disponibili nella loro provincia e nella loro regione, e saranno costretti a risiedere lontani da casa con il vincolo triennale di permanenza.
Quindi i sindacalisti non hanno malconsigliato i docenti a non fare la domanda, ma hanno semplicemente spiegato il funzionamento della mobilità 2016/2017, spiegando anche che per il 2015/2016 ci sarebbe stata la possibilità di differire l’entrata in ruolo.
Per cui la realtà è molto differente da come il Presidente Renzi la raffigura, ma forse il Premier si riferiva ai docenti neoassunti in fase 0 e A oppure a quelli in fase B e C da concorso che effettivamente resteranno all’interno della provincia in cui sono stati assunti.
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