Intervistato da Millennium su Rai3, il presidente Matteo Renzi ha fatto una affermazione che non mancherà di suscitare polemiche e reazioni: “Ci sono quattromila persone che vorrebbero andare in pensione, che ne hanno legittima aspettativa, non direi un diritto, ma il problema non sono quei quattromila, che un lavoro ce l’hanno, bensì i milioni di persone che non ce l’hanno”.
Il riferimento è chiaramente diretto ai docenti della cosiddetta “Quota 96” e non preannuncia nulla di buono. Sembra quasi che Renzi voglia mettere le mani avanti e far capire che se non saranno adottati provvedimenti sui “quota 96” è anche perchè le priorità, in questo momento, sono altre.
Ora è pur vero che i “quota 96” il lavoro ce l’hanno ma è anche vero che se si consentisse loro di andare in pensione si libererebbero automaticamente 4mila posti di lavoro per altrettanti precari.
Quindi la soluzione del problema di chi era stato penalizzato dalla legge Fornero servirebbe, indirettamente, anche a dare lavoro ad altre persone.
Non a caso la “battaglia” dei “quota 96” è stata fatta propria in queste ultime settimane anche dai coordinamenti dei precari che, pochi giorni fa sono stati ricevuti dai dirigenti del Miur che hanno fornito loro qualche assicurazione.
Certo è che i giorni passano ed è sempre più difficile che un eventuale provvedimento normativo possa consentire il pensionamento a partire giù dal 1° settembre.
La dichiarazione di Renzi fa anche pensare che non ci sarà un provvedimento autonomo sulla materia; è invece possibile (ma non certo) che il problema trovi una soluzione nella legge di stabilità la cui approvazione però non avverrà prima del prossimo dicembre.