L’incontro sulla Buona Scuola tra il premier Renzi e il ministro Giannini c’è stato: a Palazzo Chigi, con i due c’erano i rispettivi staff, il sottosegretario Davide Faraone, i “tecnici” di Presidenza del Consiglio e dicastero dell’Istruzione per una ennesima ricognizione di carte e cifre e gli ultimi ritocchi in vista della presentazione dei provvedimenti legislativi martedì, 3 marzo, in consiglio dei ministri.
Secondo l’agenzia Ansa l’incontro è stato lungo: si è svolto “un esame accurato anche per schivare eventuali rilievi da parte del presidente della Repubblica, più che competente in materia sia per aver ricoperto a suo tempo l’incarico di ministro dell’Istruzione sia per essere stato giudice relatore nell’udienza del 2013 con cui la Corte Costituzionale ha rinviato alla Corte di Giustizia europea la questione sulla compatibilità della normativa italiana rispetto alla direttiva comunitaria in tema di reiterazione dei contratti a termine e precariato scolastico”.
La ricognizione sulla Buona Scuola è avvenuto, tra l’altro, con il via libera della Commissione europea: con un report sull’Italia diffuso in giornata, l’organismo UE, oltre a riconoscere che l’Esecutivo in carica dopo numerosi anni di tagli sta dando priorità alle spese per l’istruzione scolastica, ha definito le misure in via di emanazione “promettenti”.
Intanto, il ministro Giannini a Radio Anch’io, su Radio 1, ha detto di non voler svelare il numero esatto delle stabilizzazioni di precari in arrivo: nella riforma in arrivo in CdM, “ci sono misure interessanti che riguardano la formazione e l’inserimento anche di chi fa funzionare le scuole, cioè il personale Ata, quel mondo fondamentale tanto quanto quello degli insegnanti, che saranno una piacevole sorpresa”.
Giannini ha anche fatto il punto sugli scatti degli stipendi dei docenti: “ci sarà un equilibrato dimensionamento tra l’anzianità, che sarà sicuramente un 30%, e il restante, affidato al merito. Questo non per diminuire lo stipendio, ma per aumentarlo”.
La valutazione, ha ricordato il Ministro, “è un cardine del progetto educativo presentato con ‘La buona scuola’ e lo sarà dei provvedimenti del Governo. Non applicheremo sistemi di valutazione esotici, che non abbiano già una fondatezza e un’applicazione in altri Paesi del mondo. I principi saranno due: l’assoluta trasparenza e l’oggettività di chi valuta, che sarà un insieme di attori e non, come si teme, solo il dirigente scolastico, che invece sarà il garante della trasparenza. Inoltre c’è una fase, già partita quest’anno, in cui la scuola valuta se stessa”.
Giannini, come già detto ventiquattrore prima, ha spiegato che “del nucleo di valutazione faranno parte i docenti, il collegio scolastico con anche le famiglie, e il dirigente scolastico che lo presiederà come una figura di garanzia; poi c’è una fase esterna, con le visite degli ispettori. Il bilanciamento tra queste due dimensioni darà un sistema trasparente. Inoltre la valutazione sarà sul triennio. Le valutazioni sono uno stimolo costante – ha concluso Giannini – per il miglioramento della classe, della scuola e del singolo docente”.
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