Renzi insiste: la scuola al centro del nuovo Pd. Ma l’unità di intenti è lontana
Tra i temi del nuovo Partito Democratico, “targato” Matteo Renzi, continua ad essere presente il rilancio della scuola italiana: al termine dell’attesa riunione della segreteria del partito, svolta il 5 gennaio a Firenze e durata cinque ore, lo stesso Renzi ha detto che si è “è stata una discussione a 360 gradi: abbiamo parlato di scuola, ambiente e infrastrutture ma il tema centrale è stato la legge elettorale”. Un tema, quest’ultimo, che secondo il sindaco di Firenze può essere risolto in pochissimo tempo: addirittura una settimana. A patto che lo si voglia.
Sui contenuti del confronto non si sa però nulla. L’impressione, però, è che la convergenza sulle politiche da adottare sia ancora lontana dal compiersi. Esemplare, in tal senso, sono le dimissioni del viceministro dell’Economia, Stefano Fassina, a causa di alcune espressioni irridenti pronunciate proprio da Renzi nei suoi confronti (“Fassina chi?”).
L’uscita di scena di Fassina non dovrebbe dispiacere all’ala popolare del Pd. Capitanata da Beppe Fioroni. Il quale nella stessa giornata ha tenuto a precisare all’Ansa che nel patto di governo che le forze di maggioranza si accingono a sottoscrivere dovrà essere affrontato il problema delle scuole materne paritarie che, con i tagli subiti e le nuove tasse, in particolare per l’introduzione dell’Imu e della Tares che ora le paritarie dovranno pagare, “rischiano di chiudere lasciando un terzo dei bambini italiani privi di un diritto costituzionale”.
“Se non si affronta subito questa emergenza – ha proseguito l’ex ministro della’Istruzione – queste scuole materne paritarie chiuderanno. Il che diverrebbe un dramma per le famiglie che si ritroveranno con i propri bambini per strada, e questa sarebbe una vergogna”. Fioroni si rivolge direttamente al segretario del suo partito, “che è anche sindaco di una grande città come Firenze, e che quindi conosce bene il ruolo che le scuole materne paritarie svolgono a favore della famiglia e della comunità cittadina”. Di tutt’altro avviso sono i componenti più a sinistra del Partito Democratico, che sottrarrebbero ancora più fondi alle paritarie.
Ma il nuovo segretario generale del Pd come la pensa in merito? Una risposta chiara ancora non c’è. Rimaniamo quindi fermi ad uno degli ultimi interventi di Renzi sulla materia: l’intervista a “Che Tempo che Fa’ rilasciata a ridosso di Natale in quell’occasione il segretario generale del Pd disse che “bisogna scatafasciare il programma delle scuole medie. Vorrei ridare autorevolezza al ruolo dell’insegnante”. Sulla scuola dell’infanzia, invece, nessun accenno.
In ogni caso, prima di ricorrere a riforme o alla realizzazione di nuove norme in campo scolastico, il segretario del Pd ha comunque detto in più occasione che intende ascoltare la “voce” dei diretti interessati, a partire dai docenti, realizzando un confronto-dibattito in centinaia di istituti scolastici.