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Renzi: “La scuola non è un ammortizzatore sociale. Assunzioni valide solo se c’è cambiamento”

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“100 mila persone in più, più soldi per gli insegnanti, il merito nella valutazione e una diversa organizzazione basata sull’autonomia. Lo fa notare il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nella sua newsletter “enews”. 

“I governi che ci hanno preceduto hanno tagliato, noi mettiamo più soldi. Tanti. Perché per noi investire nella scuola è investire nel futuro. Chi è contrario cerca di bloccare la riforma in Parlamento con migliaia di emendamenti, per impedirne l’approvazione, salvo poi accusare il governo di non voler fare le assunzioni – sottolinea Renzi -.

“Non siamo noi che vogliamo fermarci, ma le assunzioni hanno senso solo se cambiamo la scuola, se c’è un nuovo modello organizzative. Le scuole non sono un ammortizzatore sociale: come diceva don Milani in Lettera a una professoressa ‘il problema della scuola sono i ragazzi che perde’. 

Investire sui docenti serve a migliorare la qualità educativa per i nostri figli, non ad accontentare qualcuno. Nella conferenza nazionale sulla scuola di luglio mostreremo concretamente anche tutti i passi in avanti nel settore dell’edilizia scolastica, non solo a livello economico ma anche nella qualità architettonica e di sostenibilità energetica. E terminata la lunga polemica sulla scuola – ha concluso il capo del Governo – potremo finalmente concentrarci su università e ricerca perché è il capitale umano il cuore del futuro dell’Italia”.