Gentilissimo Presidente del Consiglio, sig. Renzi,
la sua sfida di riformare la scuola partì con un’iniziativa considerata da lei stesso unica, perché per la prima volta si dava la possibilità alla base popolare di esprimere le proprie idee sulla riforma della scuola.
Davvero lodevole quella iniziativa! E tanti di noi non hanno esitato a proporre la loro visione di una scuola.
Lei, gentile Premier, avrà sicuramente visionato le proposte salienti della base popolare in uno spirito autenticamente democratico. Poi lei e il suo Governo avete elaborato un DdL, SICURAMENTE NON TRASCURANDO I DESIDERATA espressi dalla gente comune.
Voglio credere alla volontà di rispettare anche la BASE nelle vostre scelte e concedere di aver potuto anche interpretare non perfettamente le idee della maggior parte dei cittadini che hanno espresso la loro opinione.
Per questa ragione mi piace pensare che se lo sciopero del 5 maggio dovesse avere un’adesione forte, plebiscitaria, Lei, gentile Renzi, non esiterebbe rivedere quanto già fatto e a riprendere l’iniziale idea democratica di tener conto della Base popolare.