“Non c’è alcun rischio che slittino le assunzioni” dei precari della scuola: a dirlo è stato il presidente del consiglio, Matteo Renzi, al termine del consiglio dei ministri. “Non c’è nessun passo indietro del Governo”, ha spiegato il premier nel corso conferenza stampa a Palazzo Chigi.
Che poi ha aggiunto: “non abbiamo semplicemente da assumere delle persone ma da cambiare un modello educativo e di relazione: c’è una grande scommessa, investire sulla scuola come strumento di crescita del paese”.
L’approvazione del ddl sarebbe quindi solo rimandata di una settimana. “Nelle prossime ore i ministri ci faranno avere le proposte per il ddl che saranno approvati martedì prossimo”, 10 marzo.
Tutto rimandato di una settimana quindi. Resta da capire perchè. I giornalisti provano a chiedere. Ma Renzi si difende. “Non ci sono problemi di copertura per le assunzioni”, assicura. “Per chi dice c’è un problema di denari, si legga l’articolo 3 della legge di Stabilità: c’è un miliardino di euro che abbiamo messo da parte per questo, e diventano 3 miliardi nel 2016. E’ impossibile sostenere che non ci siano i denari per la scuola, con tutto il rispetto per tutti”, ribatte ancora.
I giornalisti incalzano: allora, perchè un altro rinvio? “Vorrei essere chiaro – risponde Renzi -: oggi la Giannini ha introdotto il testo, ai colleghi è stato consegnato perché lo studino, e si concluderà al prossimo Cdm di martedì prossimo”. Il premier definisce, quindi, “il dibattito di queste ore surreale: quando facciamo da soli siamo dittatorelli, quando apriamo al dibattito siamo ritardatari…”.
Prima di concludere la conferenza a Palazzo Chigi, il premier tiene a precisare che “ci sono le condizioni perché il Parlamento possa legiferare, in tempo non sufficiente ma non biblico, possa legiferare senza la necessità di strumenti di urgenza”. Una volta approvato il disegno di legge, passeremo “la palla al Parlamento”, dove c’è da augurarsi che “il confronto sia sereno”. Perchè “l’ostruzionismo” bloccherebbe le assunzioni. Come dire: se non passa la riforma, rivolgetevi altrove.
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