Il presidente del Consiglio torna a parlare di istruzione pubblica. Sostenendo che il suo Governo non si è farmato ad esprimere proclami. E sulle proteste degli studenti sembra avallare la linea del dialogo avviata dal suo ‘delfino’ Davide Faraone, che nei giorni scorsi aveva definito le occupazioni scolastiche dei momenti di “grande partecipazione democratica“.
“Non abbiamo impedito le occupazioni, d’altra parte chi è che non le ha fatte?”, ha tagliato corto il premier Renzi intervenendo all’assemblea dei giovani dem. Per poi aggiungere che “abbiamo fatto di più: una grande consultazione (una richiesta generalizzata, durata 60 giorni, sulle linee guida di riforma n.d.r.) e ora si cambia davvero. Non abbiamo fatto ammuina”, ha concluso Renzi facendo così un parallelo con altri Governi che sul tema scolastico si sono spesso fermati ai buoni intenti.
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Resta ora da capire quale sarà il destino della ‘grande consultazione’ cui fa riferimento Matteo Renzi. Se il suo staff riuscirà a concliliare la volontà popolare su determinati argomenti chiave – come reclutamento, merito, autonomia e via dicendo – con le esigenze di spesa per il settore scolastico, avrà davvero fatto centro.
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