Proseguono le polemiche dopo le frasi del premier Matteo Renzi sulle immissioni in ruolo della legge 107. In redazione continuano ad arrivare reazioni da parte di docenti “deportati”, che rispondono per le rime al presidente del Consiglio, raccontando la loro esperienza.
Nel corso di questi mesi abbiamo sempre ricevuto lamentele da parte di molti lettori, ma le ultime dichiarazioni di Renzi hanno portato ad ampliare in modo esponenziale il tema.
Ricordiamo che si tratta di docenti assegnati fuori provincia o regione per accettare l’assunzione a tempo indeterminato. Molti di loro, qualora la collocazione dovesse essere confermata al termine della mobilità straordinaria della prossima estate, meditano di lasciare l’incarico.
Ecco alcune mail giunte in redazione:
“Fate sapere a Renzi che io sto a Bergamo dalla provincia di Caserta. Proprio un passo da casa! Altri da Palermo a Genova da Napoli a Lucca, Genova, Roma. Renzi si informi bene prima di parlare! Siamo meno dei fase C, ma tutti con più punti.”
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“volevo comunicare alla vostra redazione che io e tantissimi altri colleghi siamo stati assunti fuori regione. Io dalla Puglia a Roma in ADOO classe di concorso nella quale non ho mai lavorato! Vorrei che il presidente fosse messo al corrente dei dati…è vero che i colleghi di fase C sono stati quasi tutti allocati nella prima provincia ma noi di fase B con molti più anni di sevizio siamo fuori regione…. siamo persone con famiglia e non numeri!!!!”
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“vorrei smentire quello che dice il Sig Renzi. Da Salerno sono stata spedita a Milano. Pensavo che il titolo di specializzazione e 150 punti accumulati con sacrificio mi avrebbero consentito di lavorare vicino casa e invece non è servito a nulla. Con la fase c molti sono rimasti sotto casa compresa la mogliettina del nostro caro premier”.
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Anche La FILDI (Federazione italiana lavoratori dipendenti scuola), interviene in merito alla questione immissioni in ruolo:
“Carissimo Presidente Renzi, prima di attribuire colpe ai sindacalisti a causa del fatto che i docenti hanno PERSONALMENTE deciso di non effettuare la domanda, dovrebbe esporne i nomi delle sigle sindacali in questioni con i relativi nomi e cognomi dei sindacalisti; perché in Italia esistono due categorie di sindacato:
Il primo e quello che effettua la sua azione sindacale senza permessi e diritti sempre pronti a difendere i lavoratori.
Il secondo è quello che dopo essersi compromesso e dopo aver perso la propria identità, entrando in quel sistema confessionale di ruoli e di appartenenza si trova a non potersi autodifendere, quanto sono stati lesi i suoi diritti.
Se il sindacato non è in grado di difendere e valorizzare la professionalità di ogni lavoratore, non ne potrà difendere neanche l’occupazione.
Inoltre aggiungerei che i docenti che non hanno effettuato la domanda si sono sentiti dopo tanti anni di precariato decurtati della loro professionalità e la dignità di lavoratori e di esseri umani, sottolineando che tutti gli assunti della fase C non hanno avuto la sede nella provincia di residenza come riferisce Il presidente Renzi, mentre i Docenti designati sono stati utilizzati come tappa buchi, catapultati da un plesso all’altro effettuando sostituzioni come veri precari”.
Alcuni hanno scritto delle riflessioni più dense e argomentate, che abbiamo pubblicato nella nostra sezione “i lettori ci scrivono”:
– Lettera al Presidente del Consiglio sulle immissioni in ruolo
– Caro Renzi, le immissioni in ruolo sono state un ricatto!
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