Che dire? Ha motivo di essere soddisfatta, la cameriera. A fine mese, metterà insieme un gruzzoletto niente male con cui arrotondare lo stipendio.
Dove sta lo scandalo? Non in quello spot lì, ma in quello di Renzi, chiamato “La Buona Scuola”.
Alla sezione “Nuove opportunità per tutti i docenti” troviamo la strabiliante idea della “mancetta” netta mensile di 60 euro (780 all’anno) con la quale si intende “premiare” il merito dei bravi insegnanti. Anzi del 66%, quota massima dei meritevoli ammessi alla mancetta.
Uno povero prof. studia 5 anni per la laurea altamente specializzante, segue costosi e selettivi tirocini gestiti dall’università, fa abilitazioni e concorsi, fa pratica nelle scuole sballottato di qua e di là, con la prospettiva dello stipendio base a vita, fra i più bassi d’Europa, arricchito al massimo di 60 euro al mese per chi si dà da fare a più non posso.
Una rivoluzione per la scuola, dice la Giannini. Finalmente si valorizza il bravo insegnante. Quello che accumula punti su punti: punti formativi, professionali e didattici, da annoverare nel portfolio e da inserire nel “Registro pubblico”, dove i dirigenti possono andare a “scegliere le migliori professionalità per potenziare la propria scuola”.
Tutto ciò in vista della sommetta/mancetta destinata a sostituire interamente il tramontato sistema degli scatti di anzianità. Naturalmente previa valutazione del dirigente scolastico e col rischio comunque di rimanere a secco, respinto vergognosamente in quel 34% del demerito. E con il rischio-certezza di subire pure l’affronto di quei genitori che andranno dal Ds a dire che non vogliono per il proprio figlio un insegnante incapace e fannullone.
In vista pertanto delle “magnifiche sorti e progressive” del docente italiano, forse è il caso di inviare al premier un messaggio-spot, come quelli con cui lui ci inonda abitualmente.
Un breve video: flash sulla cameriera soddisfatta con i 10 euro in mano, poi un prof. che lascia la scuola, getta al vento i suoi 60 euro e dice a Renzi-Giannini sullo sfondo: “meglio cameriere che professore!”
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