Categorie: Politica scolastica

Renzi sicuro: a fine mese la #riformabuonascuola. Cresce l’attesa

Stavolta non ci saranno slittamenti, come lo scorso settembre: la riforma della scuola verrà presentata a fine mese. Prima dal Partito democratico e poi con un atto d’urgenza del Governo. Le date, già indicate dalla Tecnica della Scuola, sono state confermate il 16 febbraio dal premier Matteo Renzi in occasione della direzione pomeridiana del Pd.

“Festeggeremo il primo anno di governo il 22 febbraio con un’iniziativa di partito sulla scuola”, ha assicurato Renzi. “Affronteremo il tema della scuola nell’ultimo Consiglio dei ministri di febbraio”, ha aggiunto il presidente del Consiglio, spiegando che la riforma dovrebbe essere composta da “un provvedimento d’urgenza e un ddl delega”: quest’ultimo, tuttavia, necessiterà di tempi decisamente più lunghi.

Cresce quindi l’attesa per le novità normative che porterà il primo dei due decreti sulla Buona Scuola. “Dal governo – ha detto Elena Centemero, responsabile scuola e università di Forza Italia – ci aspettiamo proposte serie per offrire alle nostre studentesse e ai nostri studenti una scuola di qualità, al passo con quella dei loro coetanei europei. Per raggiungere questo risultato bisogna partire da un punto fermo: al centro della scuola ci sono i giovani, non i docenti, anche se importanti, né i precari da stabilizzare”.

C’è anche chi è molto preoccupato per gli effetti che porterà la riforma: sempre il 13 febbraio, il Comitato nazionale a sostegno della legge di iniziativa popolare “Per una Buona Scuola della Repubblica“, ha recapitato una lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Nella missiva, in particolare, si chiede se su una materia “così complessa e di interesse generale” come la scuola é giustificabile il carattere “d’urgenza e di straordinaria necessità” dell’annunciato decreto legge?

 

 

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L’iniziativa è stata presa “dopo le gravi dichiarazioni del sottosegretario Davide Faraone relative all’ipotesi di procedere per decreto alla riforma della scuola, esautorando così, ancora una volta, il Parlamento dalle sue funzioni istituzionali e costituzionali”.

Il Comitato ha pubblicato la lettera in forma di appello a tutti i cittadini affinché, con la loro firma, sostengano “una necessaria resistenza nei confronti della deriva autoritaria di cui il Paese sembra essere vittima” chiedendo, al contempo, che la Legge d’Iniziativa Popolare sulla scuola – attualmente depositata come disegno di legge, sia alla Camera che al Senato – possa essere posta all’attenzione del Parlamento e discussa rapidamente, “opportunità che andrebbe perduta nel caso il governo persistesse nell’idea di procedere per decreto”. L’articolato sostenuto dal Comitato è stato sottoscritto in modo certificato da oltre centomila elettori dieci anni fa, ma nelle due legislature da allora trascorse non é stato mai discusso. 

 

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Alessandro Giuliani

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